Chiediamo al nuovo governo di ripensare in modo organico alla Tares. Mi riferisco all’introduzione del tributo per il servizio di raccolta rifiuti che prevede, con un nuovo sistema di calcolo basato sui metri quadri dell’immobile, anche una maggiorazione sulla tariffa per i rifiuti, che andrà a pesare sulle tasche dei cittadini mediamente più dell’Imu sull’abitazione principale.
All’indomani dell’elezione dei Presidenti di Camera e Senato, il Parlamento dimostra di essere operativo e noi deputati non perdiamo tempo, e presentiamo un appello per dare seguito all’ordine del giorno della collega Simonetta Rubinato, accolto lo scorso gennaio, che impegna il governo a rimediare al pasticcio generato dall’entrata in vigore di questa nuova imposta.
Se da una parte è corretto introdurre una revisione della tassazione sui rifiuti per porre rimedio alla frammentazione della disciplina che fino a ieri prevedeva due diversi prelievi (Tarsu e Tia), non possiamo mettere ulteriormente in ginocchio le famiglie e le imprese con un’imposta ingiusta, né continuare ad affidare agli enti locali il ruolo di meri esattori.
Intanto, il pagamento della prima rata della Tares è stato rinviato a luglio 2013, e ciò, anziché risolvere i problemi, li complica ulteriormente, perché le famiglie e le imprese si troveranno a pagare un vero e proprio salasso, aggiuntivo all’Imu, mentre le aziende che gestiscono il servizio di raccolta dei rifiuti per conto dei Comuni, avendo dovuto attendere sette mesi per incassare la prima rata, si troveranno con gravi problemi di bilancio.
Il nostro intento è quello di rivedere integralmente la Tares nell’ambito di una revisione complessiva del federalismo municipale. Tuttavia, poiché si tratta di un lavoro complesso, chiediamo che nel frattempo e con la massima urgenza, venga differita al 1° gennaio 2014 l’entrata in vigore della nuova imposta, consentendo intanto a ciascun Comune di applicare in via transitoria la Tarsu, per non andare a colpire le realtà che si occupano della raccolta dei rifiuti, che si vedrebbero improvvisamente private del compenso per l’attività che svolgono. Inoltre, il rischio da evitare è anche quello di far pagare, con la maggiorazione sulla tariffa per i rifiuti, due volte gli stessi servizi indivisibili, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade e le aree verdi. Oltre al fatto che il pagamento di tali servizi è già incluso nel pagamento dell’Imu, va sottolineato che a fronte di tale maggiorazione, i cittadini non godranno di alcun beneficio sul miglioramento della qualità di questi servizi, visto che gli enti locali subiranno, sui trasferimenti erariali dovuti ai Comuni da parte dello Stato, la decurtazione di un importo equivalente ai corrispondenti introiti.