Continua la Senatrice Pd: “Anfass non accetta più ritardi. Chiede al Governo azioni concrete e tempestive. Con ragione. L’attenzione del Governo nei confronti dei cittadini con disabilità è pari a zero.
I servizi sono sporadici, legati alla buona volontà, erogati come fossero concessioni. No. Dobbiamo riflettere profondamente su dove vogliamo andare.
Ogni cittadino deve avere pari opportunità di cure e di studio. E deve essere messo nelle condizioni di trovare un lavoro. Invece anno dopo anno le difficoltà per questi cittadini aumentano. Le disponibilità messe dalle a disposizione variano notevolmente da Regione a Regione. Purtroppo anche le Regioni che si dichiarano più attente sono ben lontane da dare un sostegno adeguato ai portatori di handycap”.
Conclude la senatrice: “Non si può attendere una visita per anni, una famiglia non può sostenere percorsi burocratici snervanti.
Basta. Il Governo deve dire chiaramente in che direzione vuole andare. Il Ministro della Famiglia deve spiegare se queste famiglie devono vivere una penitenza quotidiana. Le persone con difficoltà intellettive o relazionali possono e devono trovare nei servizi sociali e scolastici adeguate compensazioni che permettano a loro la vita più normale e alle loro famiglie un sollievo nella gestione delle quotidianità.
Ho predisposto una interrogazione per sollecitare il Ministro Fontana ad ascoltare il grido di rabbia che si leva dalle associazioni che seguono queste delicate storie. E ritengo che il Governo debba finalmente dare indicazioni e risorse precise alle Regioni. Il fai date si è dimostrato inefficace. Le famiglie che hanno fogli con queste problematiche ogni giorno sfidano l’incognito. E perdono la speranza. Lo Stato dimostri di esserci”.