Interrogazione a risposta orale su Muro tra Friuli e Slovenia

Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale

 

ROJC, SBROLLINI, altri

 

Premesso che:
il 30 giugno 2019, il presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, l’esponente della Lega Massimiliano Fedriga, in un’intervista su “il Fatto Quotidiano” ha proposto la creazione di un muro di 243 chilometri lungo tutto il confine orientale tra l’Italia e la Slovenia, per fermare “l’ondata di migranti con tutti i mezzi”;
si tratterebbe di una barriera “probabilmente di cemento o altro”, lasciando aperta la possibilità, dunque, finanche all’eventuale utilizzo di filo spinato, “a tutela dell’Europa e dei suoi confini”. “Quel che so è che dobbiamo respingere un fenomeno che attenta alla tranquillità nelle case e al decoro nelle pubbliche vie”;
alle dichiarazioni sono seguite immediate reazioni di protesta da parte di diversi esponenti politici, ivi inclusi esponenti del partito alleato di Governo, il Movimento 5 Stelle, come l’onorevole Carelli che ha espresso l’augurio che “la proposta non sia accolta”. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, di Forza Italia, ha definito la proposta “una boutade inutile e costosa”, aggiungendo che per Gorizia “il muro sarebbe una iattura. Chi ha visto la cortina di ferro che tagliato in due la città sa bene che non è la soluzione giusta per sigillare la rotta balcanica, dalla quale -peraltro – i flussi migratori sono scarsi”;
secondo le prime stime fornite, il costo di un muro lungo il confine orientale del Friuli-Venezia Giulia risulterebbe superiore ai 2 miliardi di euro. Somme che l’ex commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, ha saggiamente suggerito di spendere per sistemare il manto stradale della città di Roma;
il vice Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini si è, invece, espresso a favore della proposta del presidente del Friuli-Venezia Giulia, sostenendo sulla sua pagina “Facebook” che “a mali estremi, estremi rimedi, non escludiamo la costruzione di barriere fisiche come fatto da altri paesi europei”;
sempre in merito al muro, il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha affermato che “Non se ne parla”, mentre il prefetto del capoluogo regionale, Valerio Valenti, ha precisato di “non essere ancora informato dei dettagli”. A fronte di tali dichiarazioni, il Ministro degli esteri della Slovenia, Miro Cerar, come riportato dal quotidiano “La Stampa”, ha affermato che “il controllo dei confini interni di Schengen è per la Slovenia inaccettabile in quanto uccide lo spirito stesso di Schengen, la connettività europea, il mercato interno (…), per questo bisogna adoperarsi affinché il problema dei migranti lo gestiamo assieme, per far sì che il controllo sui confini interni sia inutile”;
nonostante le reazioni di protesta, il presidente Fedriga ha ribadito nuovamente la volontà di sospendere Schengen e innalzare barriere fisiche, precisando: “non su tutto il confine, come è stato erroneamente riportato, ma eventualmente su alcuni dei tratti più critici, nei boschi in Carso”;
le autorità slovene hanno fatto sapere che non esiste “un’emergenza al confine con l’Italia”, poiché da inizio anno, come confermato dal direttore generale della Polizia slovena Marian Stubljar, “le riammissioni di clandestini dall’Italia alla Slovenia sono state 146 contro le 158 dello scorso anno”;

considerato che:
lo spazio Schengen, chiamato così dopo l’accordo raggiunto nel 1985 nell’omonima città lussemburghese, è uno spazio di libera circolazione che consente il movimento di persone, merci e servizi all’interno di 26 Paesi, per un totale di oltre 400 milioni di cittadini interessati. L’accordo è stato diluito prima in una convenzione applicativa nel 1990, entrata in vigore nel 1995, poi nel regolamento (CE) n. 562/2006, il cosiddetto codice frontiere Schengen, aggiornato e modificato negli anni successivi. I primi Paesi a far cadere i controlli alla frontiera sono stati, nel 1995, Belgio, Germania, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo. L’Italia si è aggiunta nel 1997; la creazione di uno spazio in cui è assicurata la libera circolazione delle persone attraverso le frontiere interne è una delle principali conquiste dell’Unione europea e la creazione di un muro lungo il confine orientale dell’Italia, o comunque di barriere parziali, negherebbe e vanificherebbe il beneficio che tale conquista ha certamente arrecato al nostro Paese, contribuendo ulteriormente al suo isolamento all’interno dell’Europa unita,

si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali siano le sue valutazioni in merito e se non ritenga che la proposta del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, leda il principio fondamentale dell’Unione europea: quello della libera circolazione, sancito a partire dal 1985 con l’acquis di Schengen; quali necessarie e urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di impedire il realizzarsi di tale scellerata ipotesi.

 

18/07/2019

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