tratto da il Giornale di Vicenza, venerdì 09 agosto 2013 CRONACA, pagina 14
Stop alla violenza. Una vittoria, ma non è finita
Se i numeri del femminicidio fanno paura, una risposta dal Governo è arrivata ieri con un decreto che prevede tre misure importanti: l´aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore, provvedimenti contro il cyberbullismo, ma soprattutto l´arresto obbligatorio in flagranza per delitti di maltrattamento familiare e stalking. Un primo commento per quanto approvato ieri dal consiglio dei ministri arriva dalla prima firmataria della proposta di legge contro il femminicidio, Daniela Sbrollini, deputata del Partito democratico.
«È positivo – commenta la parlamentare – che il governo abbia approvato le nuove norme con un decreto perché siamo di fronte ad una vera emergenza. Insieme a tutte le altre colleghe – prosegue – daremo il nostro contributo in parlamento anche per affrontare il nodo economico della lotta al femminicidio. Occorre infatti finanziare il Fondo nazionale, i centri antiviolenza e le case rifugio, che oggi esistono in un numero molto ridotto, mentre troppe città non hanno ancora strutture adeguate per accogliere le donne che chiedono aiuto».
E di questo la parlamentare vicentina si occuperà a partire da settembre in qualità di vice presidente della commissione Affari sociali e sanità della Camera.
«Oltre ad un aspetto giuridico ne deve seguire uno di carattere prettamente sociale ed economico. Le donne che vengono maltrattate – aggiunge Sbrollini – hanno bisogno di case protette, di strutture in grado di accoglierle mentre in tutta Italia abbiamo a disposizione 500 posti letto e ne servirebbero almeno 5 mila. E, soprattutto, non possiamo continuare a puntare sul volontariato, servono soldi per formare operatori, per creare strutture in grado di accogliere donne e spesso anche bambini. Non so quanto ci permetterà di fare la legge di stabilità, ma il femminicidio è un´emergenza con numeri sempre più preoccupanti e bisogna agire in fretta per trovare i finanziamenti necessari».
In città il centro antiviolenza voluto dal Comune in viale Torino e gestito dall´associazione Donna chiama Donna da tempo ha puntato i riflettori sul problema economico, infatti vive grazie ad un finanziamento della Fondazione Cariverona di 150 mila euro che assicura un´autonomia di almeno un paio d´anni.
«Ed è su questo che dobbiamo lavorare – puntualizza la parlamentare vicentina – non si possono avviare progetti se poi non hanno una copertura economica certa e sappiamo tutti quali problemi hanno i Comuni sempre alle prese con tagli e patti di stabilità. Ecco perché – conclude – i soldi devono essere assicurati dallo Stato». Se il provvedimento del Governo arriva dopo mesi di dibattito, i dati dell´Oms parlano di una donna uccisa ogni due giorni e mezzo, con 65 vittime nei primi sei mesi di quest´anno, la maggior parte delle quali uccise da compagni, ex mariti o partner.