Sbrollini (Pd) in disaccordo con Bernardini.
Intanto in Aula il disegno di legge sulle misure alternative alla detenzione in carcere
Vicenza, 30 novembre 2012. «Mi trovo in disaccordo con l’interrogazione e le affermazioni della collega radicale Rita Bernardini. Ho avuto modo di visitare il carcere di Vicenza la scorsa primavera nella giornata di consegna del diploma, titolo raggiunto grazie al lavoro degli insegnanti che hanno preparato i detenuti durante l’anno. In quell’occasione ho potuto notare il lavoro che il personale penitenziario svolge in modo eccellente ogni giorno. I problemi a Vicenza ci sono e li ho più volte denunciati, in piena sintonia con il dottor Tolio e il garante dei detenuti della città, e riguardano la carenza di personale rispetto al numero dei detenuti, il sovraffollamento e la conseguente minaccia di un’emergenza sanitaria. È giusto tenere alta l’attenzione sulla drammatica realtà delle carceri italiane, ma dobbiamo anche ammettere che l’istituto di Vicenza, pur fra tante difficoltà, funziona ancora bene, soprattutto se messo a confronto con quelli che purtroppo sono gli standard del nostro paese». Così la deputata de Pd Daniela Sbrollini, che continua: «Riguardo il problema carceri, proprio in questi giorni stiamo discutendo in Aula un provvedimento volto a curare l’emergenza sovraffollamento attraverso programmi di riabilitazione sostitutivi alla detenzione per reati la cui pena è inferiore ai 3 anni. Tale misura si rivolge in particolare ai condannati minori di età, sui quali è ancor più urgente intervenire con provvedimenti idonei al recupero sociale. Mi trovo d’accordo col Ministro Severino quando dice che la detenzione dietro le sbarre dev’essere utilizzata solo quando tutte le altre misure alternative non si possono adottare. Il piano carceri intrapreso dal Governo un anno fa comincia a dare i suoi frutti: al 31 ottobre erano presenti negli istituti italiani 66.687 detenuti rispetto ai 68.047 di dodici mesi prima. Inoltre è operativo il piano straordinario per l’edilizia carceraria, che aumenta la capienza di alcune carceri».
«Come ho sottolineato nelle scorse settimane – conclude Sbrollini -, il sovraffollamento va letto sia sotto il profilo dell’emergenza sanitaria sia sotto il profilo dei diritti: dobbiamo ricordarci che i motivi per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo con più di 2000 sentenze, sono troppo spesso da ricondursi alle condizioni disumane in cui vivono i detenuti. Il percorso che stiamo intraprendendo alla Camera, quindi, non può che andare nella direzione dell’umanizzazione della pena e del recupero sociale».
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