Alla luce delle drammatiche e continue notizie di violenza sulle donne e femminicidio, è oggi urgente l’approvazione di una legge che contrasti questo fenomeno. Per questo motivo sto ripresentando la mia proposta di legge, che nella scorsa legislatura non siamo riusciti ad approvare a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Come prima firmataria, ne chiedo la calendarizzazione urgente. I dati che ci arrivano dall’OMS dipingono un quadro allarmante: la prima causa di uccisione delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio da parte di persone conosciute. Ma dobbiamo sforzarci di approfondire la realtà che ci circonda: il diffondersi dell’uso della parola “femminicidio” e il continuo parlare di questi atti di violenza estrema, stanno determinando l’insorgere di una certa consapevolezza nella società civile – oltre che nelle Istituzioni – della natura di questi crimini, e ciò ne permette la raccolta di dati statistici e l’avvio di indagini sociologiche che portano a loro volta alla conoscenza del fenomeno. Quando si parla di femminicidio, si parla di una base culturale che odia le donne o in cui è comunque già insita la violenza. Lo dimostra il fatto che l’uccisione della donna non è quasi mai frutto di un raptus, ma è invece l’atto ultimo di una serie violenze di carattere fisico, psicologico o economico.
Anche a fronte delle più recenti Convenzioni internazionali, è necessaria, nel nostro Paese, una legge organica che metta al centro, oltre ad azioni penali, interventi di prevenzione dal punto di vista sociale e culturale. In questa direzione va la mia proposta di legge, che autorizza la ratifica della Convenzione di Istanbul, impone un investimento certo nei Centri antiviolenza e nel sistema dei servizi di prevenzione. Con questa legge, inoltre, si vuole creare un’unica banca dati che unifica tutte le informazioni e disaggrega i dati per genere e per grado di parentela consentendone un accurato monitoraggio. Sono previste una serie di norme a tutela della vittima e infine, le misure penali.
La sostenibilità economica delle misure proposte da questo disegno di legge è una dimensione presa in accurata considerazione, procedendo secondo un modello in cui ciascun settore coinvolto potrà avvalersi delle competenze già maturate in ogni ambito, valorizzandole e indirizzandone una parte alle iniziative contro la violenza di genere. Un modello di questo tipo è fondamentale per creare una dinamica lavorativa che combini le singole competenze in équipe interdisciplinari capaci di offrire un approccio integrato in importanti settori quali l’istruzione pubblica e la sanità.