SANITÀ/1. È stata inaugurata al San Bortolo la macchina che fotografa gli organi in movimento
L’occhio che vede i tumori
Franco Pepe
Aperto al San Bortolo anche il nuovo doppio reparto che unisce Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare
Lunedì 25 Ottobre 2010CRONACA,pagina 15giornalee-mailprint
La nuova macchina per le tomografie negli organi in movimento Da Vicenza l’assessore Luca Coletto delinea l’assetto futuribile della sanità veneta.
«La Regione punta su una dorsale importante di ospedali per pazienti acuti, fra cui il S. Bortolo, con un contorno di strutture destinate a fare da filtro sul territorio per offrire servizi chirurgici e diagnostici di giornata più vicini al cittadino».
Poi il taglio dei nastri al San Bortolo: il primo al sesto piano del quinto lotto, per dare il via ufficiale ai due nuovi reparti comunicanti di cardiochirurgia e chirurgia vascolare, progettati nella logistica, negli arredi e nelle cromie dall’ingegnere capo Antonio Nardella, e il secondo nei sotterranei, nel bunker della radioterapia, per la “vernice” della supermoderna Simultac Brilliance Ct Big Bore, una macchina che fotografa con precisione assoluta i tumori più nascosti in organi in movimento. Clima sereno. Atmosfera positiva. Cerimonia affollata nell’atrio dell’Area D. Ci sono, fra gli altri, il prefetto Fallica, l’on. sbrollini fresca mamma di Davide, l’assessore Giuliari con la fascia tricolore, il generale Rocca direttore del Coespu, il generale Innecco che guida la Lega contro i tumori. C’è, con i suoi baldi 90 anni, uno dei benefattori storici dell’ospedale, Nicola Amenduni, presidente delle Acciaierie Valbruna. Non c’è purtroppo un’altra benefattrice, Maria Teresa Mioni alla quale è intitolata la zona-parti dell’ostetricia, sempre presente a questi momenti di festa, rapita di rcente da un malore assassino.
Il dg Antonio Alessandri, quasi in una replica ai sindacati che lo accusano «di fare una vetrina al giorno per nascondere una realtà diversa»”, dice che «non è megalomania ma solo intento di aprire l’ospedale alla città perché i vicentini sappiano cosa si fa e cosa si può offrire».
Poi i discorsi dei tre primari, fuori degli schemi, che una volta tanto non abbondano di ringraziamenti, ma invitano Coletto a valorizzare Vicenza.
«Simultac – spiega il primario di radioterapia Rosabianca Guglielmi – diventa l’anello forte della catena diagnostica». Questo tomografo oncologico dal design rivoluzionario “legge” on line la zona malata a 3 dimensioni senza dover spostare il paziente, con una dose minore di radiazioni e la massima protezione degli organi adiacenti al bersaglio, aumentando del 27 per cento il livello della prestazione. Cresce la qualità di un reparto che nel 2009 ha effettuato 86 mila 495 trattamenti, oltre 48 mila per persone fuori Ulss, e ha accolto 1572 nuovi pazienti.
Loris Salvador, primario di cardiochirurgia, mette in risalto senza false modestie i primati berici di un reparto (lo scorso anno 600 interventi e una domanda in continua esplosione) che è una delle punte di diamante della sanità non solo veneta: «Sono felice di trovarmi in questo ospedale che ha enormi potenzialità. Ho un’équipe giovane che lavora bene. Ciò che si fa a Vicenza non si fa in nessuna altra cardiochirurgia». Salvador, big unico in Italia di una chirurgia mini-invasiva fatta guardando solo sul monitor, opera le patologie cardiache più complesse, ricostruisce le valvole senza aprire il torace.
Infine Domenico Milite, primario di chirurgia vascolare, reparto nato 5 anni fa e anch’esso in grado di volare alto nel panorama veneto, un bilancio nel 2009 di 800 interventi arteriosi con un’ampia applicazione di procedure endovascolari classiche e mini-invasive. «Per stare al passo abbiamo bisogno della Regione».