FESTA DELLA REPUBBLICA. Sul palco d’onore sfilata di amministratori anche della Lega
Roberta Bassan
Una parata di sindaci nonostante divisioni su profughi e tricolore Il Prefetto ricorda l’alluvione: «Vince la coesione tra istituzioni»
Venerdì 03 Giugno 2011 CRONACA, pagina 14 “Il Giornale di Vicenza”
Finisce con le tartine, le bollicine e i calici in alto in un brindisi per la festa della Repubblica che li mette in riga tutti. Sindaci di centrodestra e centrosinistra, politici di schieramenti agli antipodi, uno spaccato ben distribuito del territorio provinciale, amministratori pure della Lega Nord che l’anno scorso non avevano brillato come presenza. E che il 17 marzo, giorno scelto per celebrare in modo ufficiale l’unità d’Italia, avevano prese le distanze. Sarà l’onda lunga delle elezioni. «Niente polemiche», sorride un impeccabile Attilio Schneck in cravatta verde bosco, arginando sul nascere qualsiasi tentativo di clamori.
Il 2 giugno, festa della Repubblica vincente contro la monarchia al referendum del 1946, si è celebrata a Vicenza in piazza dei Signori sotto un cielo minaccioso e in un clima di festa con il prefetto Melchiorre Fallica ad evidenziare la coincidenza: 65° anniversario della Repubblica nel compleanno dei 150 anni dell’Unità d’Italia e ad auspicare «la coesione tra istituzioni» oltre che la «strada dell’impegno civile e sociale». Per lui una sorta di test dopo le divisioni dei sindaci sull’accoglienza ai profughi. Vinto in modo brillante.
Lontane anni luce anche le stilettate del 25 aprile, Festa della Liberazione, altro caposaldo nella storia nazionale, con polemiche trascinate per giorni sulle derive storiche e le divisioni sulla Resistenza.
SUL PALCO. In tanti ieri ad applaudire, a debita distanza l’on. Giorgio Conte (Fli) e l’assessore regionale Elena Donazzan (Pdl), l’on. Daniela sbrollini (Pd) accanto al presidente degli industriali Roberto Zuccato, l’europarlamentare Sergio Berlato (Pdl), l’on. Manuela Dal Lago (Lega). Le fasce tricolori dei sindaci non si contano. Ci sono leghiste toste come Milena Cecchetto e Silvia Covolo, i navigati Pd Luigi Dalla Via e Alberto Neri, gli altovicentini Pdl Giorgio Meneghello e Romano Leonardi, l’altopianese Andrea Gios, l’impeccabile Rossella Olivo in decolleté bianco-tacco vertigine, Giorgio Gentilin in prima linea, Stefano Cimatti a rappresentare Bassano, Maria Cristina Franco all’esordio, Martino Montagna in cravatta arancio.
E c’è la gente. Sembra pochina dietro alle transenne, ma per un’habitué del 2 giugno come la signora Narcisa di Torri di Quartesolo, che cerca con gli occhi il suo sindaco Diego Marchioro e lo trova, è «tre volte quella dello scorso anno». Sfila il plotone del 7° reggimento alpini, ci sono i rappresentanti di polizia, vigili del fuoco, Croce rossa, protezione civile, associazioni combattentistiche d’arma. Suggestiva la rassegna delle bandiere. Il gonfalone della Provincia è accompagnato dal presidente Attilio Schneck. L’applausometro segna il massimo al passaggio della bandiera di Vicenza decorata di due medaglie d’oro al valor militare con il fiero sindaco Achille Variati ad accompagnarla. Seguita dai gonfaloni di altri comuni decorati: Bassano, Asiago, Crespadoro, Valdastico, Schio, Valdagno, Conco, Thiene, Romano d’Ezzelino. All’alzabandiera la gente canta l’inno di Mameli.
I MESSAGGI. Prende la parola il prefetto che prima legge il messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il richiamo «al principio di indivisibilità della Repubblica e al dovere di tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e di tutte le persone presenti sul territorio nazionale». Poi il suo messaggio che tocca il dramma dell’alluvione: «Nessuno di noi potrà dimenticare il centro di Vicenza allagato, Cresole invasa dalle acque, le frane a Recoaro e in altri Comuni. C’è stata una mobilitazione al massimo per portare i soccorsi, ma il vero miracolo lo hanno fatto le popolazioni. E allora – ribadisce Fallica – l’anniversario deve essere l’occasione per riprendere la strada dell’impegno civile e sociale, della coesione tra istituzioni». Infine i giovani, protagonisti delle iniziative per i 150 anni dell’Unità: «C’è una gioventù che se spronata sa dare il meglio di sé e va aiutata a non cedere a sconforto e scetticismo». Il prefetto ha concluso la giornata a Villa Guiccioli: brindisi con la società civile, uno dei due appuntamenti annuali.