‘Tutto sulle nostre spalle’ con questo slogan la CGIL scenderà in piazza a Roma il 12 Giugno, per contrastare una manovra iniqua, pasticciata che non sostiene gli investimenti e l’occupazione e per difendere i diritti dei lavoratori dai continui attacchi del Governo, rappresentati dal ddl lavoro e dal progetto di riforma dello Statuto dei Lavoratori, annunciato dal Ministro del Lavoro Sacconi.
Con questo spirito, e con tutta la voglia di manifestare la contrarietà del PD alle scelte sbagliate che il Governo mette in campo, aderisco alla manifestazione indetta dalla CGIL. Parteciperò ovviamente anche all’iniziativa del PD fissata per il 19 giugno a Roma, e sarò felice di aderire ad ogni iniziativa sindacale tesa a manifestare il forte disagio che il Paese esprime.
La manovra correttiva, resa necessaria per ottenere un riequilibro dei conti pubblici era inevitabile. Il PD sosteneva la necessità di un intervento serio da parte del Ministro Tremonti da molto tempo, altri al contrario nascondevano il problema sotto un velo di irresponsabilità e di ottimismo falso gettato in faccia ad un Paese che pagava le conseguenze della crisi. Ed è il verbo pagava che torna al centro del dibattito!
Infatti “i soliti noti” ovvero Pensionati, Lavoratrici e Lavoratori del pubblico e del privato, prima si vedevano contrarre le proprie possibilità di spesa da un continuo aumento del costo della vita e da una mancata crescita dei salari, e oggi a questo fattore si aggiungono le decisioni contenute nella manovra correttiva che si tradurranno in tagli e difficoltà aggiuntive per le famiglie.
Vengono colpiti ancora una volta gli enti locali, regioni province e comuni dovranno nuovamente “tirare la cinghia” (va ricordato che metà manovra è a carico di questi enti).
Il tutto alla faccia del federalismo e della tanto invocata autonomia degli enti locali; autonomia sbandierata dalla Lega nei territori e cancellata a Roma con i voti del gruppo leghista in aula. I Comuni non sono mai stati peggio, senza risorse, e con risparmi bloccati dal vincolo del Patto di Stabilità che il Centrodestra non vuole allentare come da noi più volte suggerito anche con atti parlamentari specifici.
Si tratta di un cane che si morde la coda, i cittadini schiacciati dalla crisi e dalla perdita occupazionale che cresce, gli enti locali al limite di spesa costretti a razionalizzare che tradotto porterà all’erogazione di minori servizi alla persona: meno sociale, meno cultura, meno servizi scolastici come le mense o meno trasporti pubblici.
Insomma alla fine la famosa frase “non mettiamo le mani in tasca ai cittadini” si dimostra per quello che è; una grande bugia!
Bisogna invertire la rotta, riattivare i consumi, e dare fiato alle imprese. Bisogna contrastare le “sacche” di privilegio e conservatorismi che attanagliano e frenano il Paese. Il Governo dovrebbe modificare il Patto di stabilità, permettendo così ai comuni italiani di aprire cantieri medio piccoli che danno lavoro alle ditte locali che creano sviluppo, cancelliamo la “folle” spesa sul ponte di Messina e attiviamo un vero piano di lotta all’evasione, non con condoni o sanatorie , am con reali controlli tesi a garantire equità, facendo capire che chi è in regola è il cittadino a cui lo stato guarda con favore e gratitudine, mentre chi evade è un punto debole, una anomalia che va contrastata. Riattiviamo i finanziamenti alla scuola e alla ricerca, unico capitolo capace di far progredire un paese che dovrà avere cittadini formati e capaci di guardare al futuro con gli strumenti per far crescere la società, società che invecchia e che vede la popolazione anziana troppo spesso abbandonata e priva di sostegni concreti.
Questi sono i problemi e alcune soluzioni immediate da “iniettare al Paese” per poter superare questo stallo. Purtroppo nella manovra tutto ciò manca e non sembra nemmeno nella mente del Governo. Il semplice “tagliare” può produrre un piccolo risultato ma non affronta e risolve i veri problemi. Questo sistema di Governare non permette all’Italia di prepararsi ad affrontare il dopo crisi, per questo voglio manifestare con forza il mio dissenso e le mie preoccupazioni assieme a tanti cittadini. Le opposizioni in aula,partendo dal PD, saranno pronte per un confronto serio sul testo che ci verrà presentato dal Governo, faremo le nostre proposte e presenteremo soluzioni alternative,mi auguro che anche il mondo sindacale possa recuperare una forza unitaria per poter avere una forza maggiore facendo così i veri interessi di chi al momento paga le conseguenze più gravi.
On. Daniela Sbrollini