Interrogazione sull’avvio del nuovo anno scolastico

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.

MALPEZZI, SBROLLINI e altri

 

Per sapere – premesso che:
entro il 31 agosto andranno in pensione, secondo le regole dalla “legge Fornero” (decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla L. 211 del 2011) e di altre “finestre” pensionistiche, compresa “quota 100” (decreto-legge n. 4 del 2019, convertito con modificazioni dalla L. 28 marzo 2019, n. 26), circa 42 mila docenti;
in particolare, lasceranno il lavoro 19.853 docenti con i requisiti ordinari e 22. 197 per effetto di “quota 100”;
il sistema informatico del Miur (Sidi) al 29 maggio scorso aveva censito 17.614 posti vuoti nell’organico di fatto, ma nessuno di questi sarà trasformato e offerto al personale precario. Infatti, non è prevista immissione in ruolo di chi già lavora attraverso le supplenze annuali;
come dichiarato dall’Inps, le domande per quota 100 verranno tutte certificate entro il 31 agosto e, dunque, i posti che si libereranno per effetto delle domande di pensionamento saranno destinati a nuove nomine a tempo determinato;
nell’anno appena concluso gli annunci del ministro Bussetti – “avremo ottantamila supplenti nelle nostre scuole” – sono stati smentiti. Infatti, il numero di supplenti è stato -secondo un conteggio effettuato dalla Flcgil scuola- di 95 mila unità;

il fenomeno delle supplenze, dunque, si è incrementato, raggiungendo un nuovo record negativo e subirà un ulteriore aumento il prossimo anno scolastico poiché, alle cessazioni ordinarie e di altri provvedimenti di legge, si sono aggiungeranno quelle effetto di “quota 100”;
una conclusione emerge dai dati sui pensionamenti e da quanto avviene sul lato opposto, quello del reclutamento dei nuovi docenti: il prossimo anno le istituzioni scolastiche avranno enormi difficoltà a rimpiazzare i docenti in uscita e a dare stabilità alle cattedre che negli anni trascorsi erano occupate da personale supplente;
già oggi, in molte regioni, soprattutto al Nord e al Centro, e per molte materie, non si trovano insegnanti con la formazione e i titoli adeguati a occupare le cattedre di ruolo lasciate libere e vacanti;
a Torino, Milano e Roma sono ormai del tutto vuote le graduatorie provinciali di matematica per le scuola secondaria di primo e secondo grado; lo stesso accade per italiano, storia e geografia alle scuole secondaria di primo grado;

per l’anno scolastico in corso il Ministero dell’economia e delle finanze aveva autorizzato più di 57.000 assunzioni a tempo indeterminato, ma alla fine è stata effettuata meno della metà delle assunzioni: per tutte le altre non è stato possibile trovare il personale formato e neppure sarà possibile reperirlo per il prossimo anno poiché non sono stati banditi concorsi per immettere in ruolo personale docente;
in assenza di docenti di ruolo, le scuole dovranno ricorrere ai precari delle graduatorie di istituto o, sempre più spesso, alla messa a disposizione di personale senza tutte le qualifiche necessarie;
si ipotizza, dunque, che il prossimo anno scolastico possa partire con 160-170 mila insegnanti precari in cattedra e contemporaneamente le graduatorie pre-ruolo sempre piene;

nella ultima legge di bilancio (legge n. 145 del 2018) è stato abolito il nuovo sistema di formazione iniziale e reclutamento previsto dal decreto legislativo n. 59 del 2017 nella scuola secondaria che è stato novellato prevedendo, per l’accesso al ruolo, il concorso seguito da un anno di formazione in servizio e prova per la conferma ed è stato, inoltre, abolito il concorso riservato ai docenti precari con 36 mesi di servizio;
tale situazione determinerà serie conseguenze in vista di un ordinato avvio dell’anno scolastico e avrà pesanti ricadute sulla qualità della didattica;
ciò premesso, sarebbe auspicabile che una parte dei posti liberati dall’accoglimento delle domande di pensionamento entro il 31 agosto possa essere utilizzata al 50 per cento per le immissioni in ruolo a tempo indeterminato e al 50 per cento per i trasferimenti;
il ministro Marco Bussetti, in più di una circostanza, ha dichiarato che i tagli della Legge di bilancio 2018 e la carenza di risorse sono dipesi proprio alle due misure fortemente volute dal governo che hanno drenato risorse pubbliche: il Reddito di cittadinanza e, appunto, Quota 100.

si chiede di sapere:
come il Ministro in indirizzo intenda garantire la copertura delle cattedre vacanti e disponibili, assicurando la continuità didattica;
se non intenda utilizzare parte dei posti liberati per le immissioni in ruolo e i trasferimenti, attribuendoli anche dopo il 31 agosto al personale precario inserito nelle Gae e nelle Gm
se non intenda procedere alla trasformazione dei posti di organico di fatto in organico di diritto

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