Di fronte ai fatti drammatici di questi giorni, con un’interpellanza urgente chiediamo al Governo di attivare subito il piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere.
So bene che non sono sufficienti l’attivazione di un piano né l’inasprimento delle pene, ma sarebbe un primo e importante inizio.
Le notizie di questi giorni ci devono spingere ancor più ad analizzare la nostra società e prevenire i comportamenti violenti anche educando i nostri figli ai sentimenti e all’amore.
Lunedì 16 giugno 2014, seduta n. 246
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:
i continui delitti commessi a danno delle donne, riportati dalla cronaca, hanno determinato nell’opinione pubblica la percezione diffusa della violenza nei confronti delle donne come un fenomeno in aumento, sebbene la mancanza di dati ufficiali aggiornati a livello nazionale, disaggregati per genere non consenta di misurare adeguatamente la portata del fenomeno;
la contribuzione finanziaria con fondi europei ha sostenuto sia direttamente (come il progetto Daphne contro la violenza sulle donne datato di 116,85 milioni di euro e che ha finanziato anche una parte importante delle attività dei centri antiviolenza in Italia) che indirettamente (attraverso i piani operativi regionali e la programmazione nazionale) la maggior parte dei progetti regionali e provinciali per il contrasto della violenza sulle donne. Inoltre, l’indagine svolta dall’Agenzia europea per i diritti ha raccolto dati ufficiali che misurano l’impatto del fenomeno nei 28 Stati membri e sottolineato l’importanza di interventi concertati e strutturali;
la legge 15 febbraio 1996, n. 115, recante «Norme contro la violenza sessuale» e successivamente il decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, recante «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori» convertito dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, hanno dotato il nostro ordinamento di nuovi strumenti volti a contrastare la violenza di genere;
il 25 giugno 2012 è stato presentato all’ONU il primo rapporto tematico sul femminicidio, frutto del lavoro realizzato in Italia da Rashida Manjoo. Tale rapporto rileva, tra le altre cose, la mancanza di strumenti adeguati per monitorare le dimensioni del fenomeno nel nostro Paese;
il 19 giugno 2013 è stata ratificata in Italia la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma l’11 maggio dello stesso anno a Istanbul;
tale Convenzione, che introduce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza, all’articolo 8, dispone che: «Le Parti stanziano le risorse finanziarie e umane appropriate per un’adeguata attuazione di politiche integrate, di misure e di programmi destinati a prevenire e combattere ogni forma di violenza rientrante nel campo di applicazione della presente Convenzione, ivi compresi quelli realizzati dalle ONG e dalla società civile»;
l’articolo 5 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93 recante «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province» convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, demanda al Ministro per le pari opportunità il compito di elaborare un piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere, in sinergia con la nuova programmazione dell’Unione europea per il periodo 2014-2020. Il medesimo articolo prevede, inoltre, un finanziamento di 10 milioni di euro per l’anno 2013 per la realizzazione di azioni a sostegno delle donne vittime di violenza;
il comma 217 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 14, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014) incrementa di 10 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, la dotazione del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità allo scopo di finanziare il «Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere»;
per effetto del combinato disposto dalla predetta disposizione con gli articoli 5 e 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, nonché in virtù del cosiddetto istituto del «riporto» che prevede la facoltà per la Presidenza del Consiglio dei ministri diversamente dalle altre amministrazioni, di mantenere in bilancio anche le risorse non utilizzate nell’anno precedente, nel 2014 risulta disponibile per il già citato piano straordinario la somma di 18 milioni di euro;
tale somma, secondo quanto si legge nella nota preliminare al bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri, adottato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 20 dicembre 2013, tripartita destinando: 10 milioni di euro per il miglioramento degli interventi delle istituzioni nel contrasto alla violenza sulle donne attraverso l’elaborazione di un piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere; 7 milioni di euro all’attuazione dell’articolo 5-bis del decreto-legge n. 93 del 2013, relativo ad interventi di assistenza e sostegno territoriale a donne vittime di violenza e ai loro figli; 300.000 euro per la stipula di convenzioni o accordi finalizzati all’aggiornamento di statistiche sulla criminalità contro le donne nonché all’istituzione di una banca dati sui servizi offerti attraverso la rete collegata al numero di pubblica utilità 1522 e infine 700.000 euro per la prosecuzione delle attività del servizio 1522 per il contrasto alla violenza di genere e allo stalking –:
se il Governo non ritenga opportuno, alla luce dei moniti espressi a più riprese dall’Unione europea e vista la drammaticità dei dati esposti in premessa, di procedere con la massima urgenza all’erogazione delle somme predette;
se non ritenga altresì di doversi attivare con la massima sollecitudine, anche alla luce del ruolo chiave ricoperto dal nostro Paese in occasione della ratifica della Convenzione di Istanbul, convocando i necessari gruppi di lavoro, per dare un impulso concreto allo sviluppo del piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, di cruciale importanza per la piena attuazione degli strumenti giudici già citati.