tratto da il Giornale di Vicenza, martedì 18 settembre 2012 CRONACA, pagina 16
IL CASO. L´incontro voluto da Confartigianato sulla nuova emergenza. Febbre da gioco Il sindaco pensa allo stop sanitario
Variati: «Se la legge riconoscerà le ludopatie come emergenza, potremmo studiare un´ordinanza» E intanto impugna il verdetto del Tar su S. Lazzaro
Un´azione immediata: impugnare l´ordinanza del Tar che riconsegna le chiavi per l´apertura alla sala scommesse di San Lazzaro. E un´ipotesi d´intervento futuro: un´ordinanza del sindaco quale massima autorità sanitaria sul territorio per arginare il dilagare di sale da gioco. «Ci sto pensando», dice Achille Variati, e molto dipende da quale legge uscirà dal Parlamento.
È stato un incontro ricco di spunti il “focus” organizzato da Confartigianato Vicenza dall´inequivocabile titolo “L´azzardo non è un gioco”. Il dilagare delle sale scommesse e il crescente numero di persone affette da ludopatia, la febbre da gioco cui basta una connessione a internet – se non un gratta e vinci – per alimentarsi giorno dopo giorno colpendo tante famiglie, anche dal punto di vista economico, hanno spinto Valter Casarotto, presidente del mandamento degli Artigiani, a promuovere la riflessione pubblica. Con il sindaco c´erano Daniela Sbrollini, deputata del Partito democratico, Alessandro Belluscio, dell´associazione Patto per Vicenza, e il consigliere comunale Raffaele Colombara, della Lista Variati. Assente giustificato il questore Angelo Sanna.
I NODI. «Altro che slot machine… facciamo come wikipedia: cominciamo a chiamarle macchine mangiasoldi». Con questo invito di Luca Ancetti, direttore di Tva e moderatore della tavola rotonda, si è accesa la riflessione che non poteva non soffermarsi sul decreto Balduzzi, il testo del governo che inizialmente conteneva una norma sulle distanze minime delle sale da gioco rispetto alle scuole e ai luoghi sensibili e che invece, nella versione finale, è stato «svuotato» come ha detto con rammarico sbrollini. Contro il decreto anche Variati: ha ricordato che «da un lato il governo inserisce la ludopatia tra i livelli assistenziali minimi, riconoscendo il rischio sanitario; dall´altro non fa nulla in via preventiva. Non so se prevale la sudditanza alle lobby del gioco o l´avidità dello Stato che dalle scommesse incassa 80 miliardi l´anno: la seconda sarebbe peggiore della prima».
LA BATTAGLIA. «Se alla fine la legge confermasse il riconoscimento del rischio sanitario, allora potremmo valutare gli estremi di un´azione del sindaco in quanto autorità sanitaria». Tradotto: un´ordinanza che poggi sulla tutela della salute per scoraggiare la proliferazione di sale da gioco.
E battaglia sicura sarà quella al Tar: il Comune «impugnerà l´ordinanza» nella parte in cui traviserebbe la portata delle norme urbanistiche locali.
LE TAPPE. «Ora il decreto arriverà in commissione parlamentare – sottolinea la deputata del Pd sbrollini – dove siamo tutti a favore della battaglia dei sindaci». L´auspicio di tutti i presenti è che il Parlamento modifichi il decreto.
Belluscio ha inquadrato il fenomeno delle «ludopatie», ricordando che è «una piaga più diffusa della tossicodipendenza ma che manca ancora la consapevolezza sociale». Il consigliere Colombara, che si sta battendo anche come membro dell´associazione Avviso Pubblico, ha sottolineato che quella che sembrava una lotta contro i mulini a vento «per l´entità degli interessi in ballo» sta dando dei frutti, anche dal punto di vista della consapevolezza e del dibattito. Esiste però, di fatto, uno scontro «tra Stato e Comuni» che rischia di essere, in barba alla Costituzione, un Colombara ha anticipato che il 29 settembre in contrà IV novembre andrà in scena una manifestazione che intende coinvolgere studenti e genitori della scuola Farina e non solo.