Soltanto la Lega non sale su… Monti

I PARLAMENTARI.

I cinque eletti nelle file del Carroccio fedeli alla linea del Senatùr. Gli altri brindano alla svolta: «È l´ora della responsabilità»

Marco Scorzato

Dal Lago: «No al governo tecnico E Napolitano rispetti la Carta» sbrollini: «Basta propaganda» Calearo: «Tecnici ok, via i politici»

Domenica 13 novembre 2011 CRONACA, pagina 18 “Il Giornale di Vicenza”

È un coro padano di «no» all´ipotesi (ormai realtà?) di un governo tecnico sostenuto da un´ampia maggioranza trasversale ai partiti e guidato dall´ex commissario europeo Mario Monti. E soltanto dalla Lega, ormai, si levano critiche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – per la gestione della crisi -, che da altre parti è invece ringraziato, lodato se non osannato, anche da insospettabili di tutt´altra storia politica rispetto alla sua, come il vicentino e finiano Giorgio Conte.
È proprio dalla voce dei parlamentari berici che si può trarre una fotografia della situazione e una lettura (commentata) della crisi di governo e della fine dell´esecutivo (e dell´epoca?) Berlusconi. Mai fotografia fu così “istantanea”, visto il repentino evolversi della situazione, con virate politiche più veloci di Bolt. Ogni ora è buona per registrare conversioni in Zona Cesarini: a centrosinistra, dove l´Idv – che prima chiudeva a Monti – ieri alla Camera si diceva pronta ad un sì “a termine” al professore; e a centrodestra, dove – dopo l´ultimo colpo di coda di venerdì con la proposta targata Lega e Pdl di un governo Alfano o Dini – lo stesso Silvio Berlusconi sembra essersi convertito alla soluzione suggerita da Napolitano e gradita alla comunità internazionale. L´ultima istantanea, scattata ieri sera, dava il Cavaliere dimissionario impegnato a convincere la Lega ad accettare un Monti “a tempo”. Ma in via Bellerio non si aprivano (ancora) spiragli.
PRO E CONTRO. Prima pemessa: leggere la crisi con la voce degli otto parlamentari vicentini vuol dire aprire quattro microfoni a esponenti padani (cinque con l´ex, Alberto Filippi): qui Monti non avrebbe i numeri, ma Vicenza non è l´Italia. Seconda premessa: tra gli otto, nessuno è del Pdl, il partito già perno del sistema ma ora a rischio esplosione. A deputati e senatori due spunti di riflessione: cosa farebbero al posto di Napolitano? E se fossero i leader di partito, come si muoverebbero in questa crisi?
FRANCO (LEGA). Il senatore leghista Paolo Franco intona il verbo padano: «O c´è un governo sostenuto dalla maggioranza che ha vinto le elezioni nel 2008 o si vada a votare. Napolitano deve sondare la possibilità di ricostituire questa maggioranza, sennò sciolga le Camere». Quanto ai leader politici, scontato «l´appoggio alla linea-Bossi», il senatore Franco si augura che «Berlusconi riesca a tenere unito il Pdl». Una postilla: «Ci sono troppe chiacchiere sull´ipotesi-Monti, ma quali sono le sue proposte?».
DAL LAGO (LEGA). Più sintetica ma più dura la deputata del Carroccio Manuela Dal Lago: «Al posto di Napolitano? Rispetterei la Costituzione, cioè non farei ciò che sta facendo». Commento lapidario e polemico: il riferimento, implicito, è alla manovra-Monti, realizzata prima delle dimissioni di Berlusconi. Dal Lago sposa in pieno la linea del Capo: «Bossi ha ragione: ad ogni governo tenico noi faremo opposizione».
STEFANI (LEGA). «Non si dà un mandato ad uno che non è stato eletto – sbotta il deputato leghista Stefano Stefani – è un attacco alla democrazia. Diconono che è questo l´interesse del Paese? Vederemo, quest´uomo rappresenta banche e poteri forti». E conclude: «L´importante è che si vada a votare al più presto, anche a fine gennaio e che Monti faccia solo quello che dice l´Europa».
LANZARIN (LEGA). La sua collega padana Manuela Lanzarin è in linea con il «no ribaltone» espresso da Franco e Dal Lago: «La maggioranza deve essere quella che ha vinto le elezioni, altrimenti Napolitano dovrebbe sciogliere le Camere. Noi faremo opposizione a qualsiasi altra ipotesi».
FILIPPI (CN-FORZA SUD). «Capisco Napolitano e al suo posto avrei fatto gli stessi passi», dice invece l´ex leghista e ora senatore del gruppo Coesione nazionale-Forza Sud Alberto Filippi. «È doveroso vedere se ci sono le condizioni per mandare avanti la legislatura e trovare l´uscita dalla crisi. Ciò non significa che io sia d´accordo con la soluzione Monti: deciderò seguendo la mia coscienza e con un occhio alla linea della Lega», faro di Filippi pur essendone stato espulso.
sbrollini (PD). Soddisfatta della piega che sta prendendo il quadro politico è Daniela sbrollini, deputata del Partito democratico. «Napolitano dovrebbe cercare la massima convergenza su Monti». Un esecutivo che «deve essere davvero tecnico per fare poche importanti riforme: legge elettorale e riordino finanziario, poi voti». Ai leader politici sbrollini chiede «responsabilità» e di «mettere da parte la propaganda: se pure Di Pietro appoggia il nuovo governo, la Lega non può pensare di sottrarsi alle responsabilità».
CONTE (FLI). «Responsabilità» è la parola usata anche da Giorgio Conte, deputato di Futuro e libertà. «In un momento di serio rischio-fallimento per l´Italia, il Parlamento si sta dividendo tra responsabili e facinorosi che usano ancora le armi della propaganda». Conte si lancia nelle lodi del Capo dello Stato: «Napolitano ha retto le sorti del Paese mentre il governo è stato latitante e ora ha scelto l´uomo migliore, Monti, tra gli intellettuali più importanti dell´Occidente. Gli daremo la fiducia chiedendogli, in quest´anno di decantazione dell´acredine politica, di realizzare la riforma elettorale».
CALEARO (RESPONSABILI). Ieri ha votato la legge di Stabilità, ha criticato la gestuione economica «statalista» di Tremonti, dicendosi pronto a sostenere un governo Monti. Massimo Calearo, Responsabile, sposa la linea-Napolitano: «Non c´è scelta: Monti è l´uomo giusto per la transizione, mi auguro che formi un governo di tecnici veri e non di politici “mascherati”». Al posto dei leader politici? «Andrei a casa: è colpa di questi signori se siamo piombati in questa crisi. Imparino dai nostri sindaci: due mandati e poi a casa».

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