I “futuristi” vanno alla conta
di Antonio Trentin. Domenica 01 Agosto 2010 CRONACA, pagina 14 “Il Giornale di Vicenza”.
Berlato: «Dal Pdl usciranno… in quasi dieci». Aldighieri: «Nei nostri otto circoli già 942 associati». I commenti esterni
Generazione Italia, il pensatoio dei finiani di cui è stato cofondatore Giorgio Conte – in carica dall’altroieri come capogruppo del nuovo partito del presidente della Camera – ha sfornato il primo sondaggio benevolo sulla possibile consistenza elettorale di Futuro e Libertà per l’Italia (Fli): potrebbe valere fino al 9,5%, ha misurato la società specializzata CrespiRicerche.
Una sbornia di speranze concrete per i “futuristi” che stanno seguendo Gianfranco Fini fuori dal Popolo della libertà o una pia illusione, di quelle che in politica aiutano?
Guardando a Vicenza, a ieri, sembrerebbe un vuoto pneumatico quello che circonda l’esordio della nuova destra legalitaria, deberlusconizzata, non anti-magistratura a priori, “repubblicana” nel rispetto di regole e meccanismi costituzionali. Conte ha da sùbito un ruolo di massimo prestigio a Roma, ma qui in periferia nessuno si è ancora alzato a battergli le mani.
AVVIO SILENZIOSO. Nelle prime ventiquattr’ore dopo il battesimo, infatti, nessun palesarsi di aficionados, nessuna lista di neo-aderenti, nessun proclama da nessuno. Del silenzio sono stati complici il luglio in chiusura e il sabato vacanziero, naturalmente. Ma – ragionamento in casa Pdl – se entusiasmo ce ne fosse, da qualche parte sarebbe già spuntato: «Non conosco tutti i nostri iscritti ex di Alleanza nazionale – osserva Pierantonio Zanettin, coordinatore provinciale – ma secondo me non se ne andrà nessuno o quasi».
Il suo “vice” Sergio Berlato, che i tesserati post-aennisti li conosce uno per uno, dà una quantificazione al “quasi”: «I finiani del Pdl vicentino sono… quasi dieci, otto per la precisione». Il conto l’ha fatto davvero, spiega, andando a incrociare le liste degli iscritti con quelle note di Generazione Italia versione berica: i nomi, chiedendoglieli, li farebbe uno per uno…
E allora, poveri “futuristi”?
NUMERI, NON POLEMICA. «Preferiamo non entrare nella polemica. Non ci siamo fatti sentire proprio per questo. Ma ci siamo, eccome…» replica Giorgio Aldighieri, braccio destro di Conte prima in An, poi in FareVicenza articolazione nostrana dell’associazione finiana FareFuturo, adesso in Generazione Italia diventata di colpo una sorta di pre-partito.
«Siamo nati per avvicinare gente nuova al progetto del Pdl, quello iniziale, che non ci sembra proprio sia stato sviluppato da chi dirige il partito e che con l’uscita di Fini ormai non esiste più. Sosteniamo i deputati che stanno seguendo il nostro leader nella nuova esperienza di Futuro e Libertà».
Numeri nel Vicentino? La battuta è pronta all’istante: se a Berlato bastano le due mani per contare (e avanzare), «in realtà otto potranno anche essere gli iscritti al Pdl che stanno con noi – risponde Aldighieri – ma otto sono anche i circoli di Generazione Italia già attivi nel Vicentino e 982 sono gli iscritti».
VICENZA E BASSANO. Tutti finiani pronti a farsi “nuova destra” in concorrenza con gli ex-aennisti rimasti fedeli a Silvio Berlusconi?
Il quesito resta in sospeso. Ma non ci vorrà molto per trovare la risposta.
Prime verifiche da attendere: a Vicenza, dove Conte fa base; e a Bassano, dove Stefano Giunta ha fondato il secondo circolo di “GenIt” in provincia riempendolo presto di simpatizzanti.
VISTI DA FUORI. Da fuori area, intanto, le critiche degli alleati tirano sui finiani sottrattisi al vincolo berlusconiano e i commenti dell’opposizione mirano al Pdl che se li è fatti scappare.
«Auspico che il progetto politico per il quale l’alleanza PdL-Lega nord ha ottenuto il consenso dei cittadini possa essere portato a buon fine – dichiara il senatore Paolo Franco segretario provinciale del Carroccio».
«È evidente – aggiunge – che Giorgio Conte ha assunto posizioni che risultano in contraddizione con questo mandato elettorale. Solo il tempo potrà dirci se a prevalere saranno il senso di responsabilità e il rispetto nei confronti dei cittadini».
E mentre il Partito democratico batte sul tasto della legalità che differenzia Fini & C. dai berlusconiani («il Pdl è l’unico partito che invece di cacciare i ladri e i faccendieri mette sotto accusa e fa uscire quelli che chiedono pulizia» commenta Daniela sbrollini), i rutelliani dell’ApI dicono – con il deputato vicentino Massimo Calearo – che «adesso bisogna capire quanto dura questo governo: ma quello che interessa alla gente è come a Roma si affrontano e si risolvono i problemi della crisi: tutto il resto sono sciocchezze del Palazzo».