Latterie in crisi senza rimborsi Iva. Pressioni su Roma

PIOGGIA D´INTERROGAZIONI. Partiti mobilitati

giovedì 15 marzo 2012 – REGIONE – Pagina 6 “Il Giornale di Vicenza”

«Il governo assuma iniziative urgenti per assicurare che Equitalia provveda senza ulteriore ritardo a pagare i rimborsi Iva, oltre 14 milioni di euro, dovuti alla Latteria Soligo, alle Latterie vicentine e alla Centrale del latte di Vicenza». Come promesso lunedì, è la richiesta bipartisan presentata al premier Mario Monti (e al suo ministero dell´Economia) da un´interrogazione depositata alla Camera dall´on. Simonetta Rubinato, sottoscritta anche dai deputati Antonio De Poli (Udc) e Fabio Gava, re dai democratici Giampaolo Fogliardi, Daniela Sbrollini, Delia Murer e Gian Pietro Dal Moro. «Il ministro spieghi quali siano le ragioni della mancata liquidazione ad oggi da parte di Equitalia di crediti iva che risalgono anche al 3° trimestre 2010 e perché invece in altre province i pagamenti siano già avvenuti. È in gioco – scrivono – il futuro di oltre 650 aziende agricole e di quasi 400 lavoratori».
«Non è ammiss! ibile che lo Stato pretenda il versamento dell´Iva entro una data precisa, pena sanzioni e interessi, e poi sia il primo a non rispettare i termini per i rimborsi: va fissato per legge un termine massimo per Equitalia», dice Rubinato.
Intanto il sen. Sergio Divina della Lega segnala di aver già presentato un´interrogazione analoga, denunciando che la questione dei mancati rimborsi mette in difficoltà tutto il sistema delle latterie-centrali. E una risposta, segnala, è arrivata dal ministro Corrado Passera a un convegno di Unicredit: «ha detto esplicitamente che il governo si è preso il compito di ridurrli (i rimborsi avanzati) restando coerenti con gli obiettivi di finanza pubblica». Divina peraltro chiede di alzare anche il limite massimo di 516 mila euro per cui una ditta può compensare l´Iva che avanza con le tasse da versare.
Anche l´eurodeputata Mara Bizzotto (Lega) sottolinea che «il caso Latterie vicentine è emblematico di! un´assurdità italiana: le imprese non vanno in diffico! ltà per i debiti, ma per i crediti che non riescono a riscuotere dallo Stato». Ha presentato in merito un´interrogazione a Bruxelles.P.E.

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