Urge la riforma della nostra normativa sulla cittadinanza
È scandaloso che nel nostro Paese ci siano ancora tali discriminazioni. Mi riferisco al caso della bambina di Camposampiero, figlia di genitori nordafricani e nata in Italia, a cui la Federazione di nuoto sincronizzato ha precluso le competizioni perché considerata straniera e non cittadina italiana.
Lo sport è riconosciuto e utilizzato come strumento di integrazione. È quindi paradossale che ciò sia avvenuto proprio in questo ambito. Tuttavia, la colpa è da ricercare nella carenza della nostra legge. Per questo sono contenta che entro il mese di luglio la Camera affronterà il tema della cittadinanza. È necessario fare pressing affinché si apra un confronto serio che miri a riformare l’attuale normativa, in una prospettiva che guardi al futuro.