Separazione dei ruoli e albo elettori Pd per l’elezione del segretario
Concentrarsi sui contenuti e valorizzare i territori
Sono convinta che la separazione dei due ruoli, segretario e candidato premier, sia fondamentale per rafforzare il Pd. Avremmo così un segretario con un ruolo centrale e interno al partito, la cui candidatura a premier non sarebbe consequenziale rispetto alla sua elezione alla segreteria nazionale. Mentre il candidato premier farebbe da ponte con l’esterno, accompagnando il partito alla competizione elettorale.
Meglio distinguere, quindi, ma senza preclusioni. È bene che il segretario non sia il candidato premier naturale, ma al tempo stesso non gli si può negare la via di Palazzo Chigi, qualora voglia intraprenderla. Con Bersani è scattato un automatismo che sarebbe sbagliato riapplicare oggi.
Circa le modalità di elezione, secondo me devono essere diverse, perché diverse sono le cariche in gioco. Il candidato premier va eletto con primarie aperte di coalizione, mentre il segretario nazionale credo debba essere eletto dagli iscritti al partito, ma non solo: vorrei un albo che racchiudesse tutti gli elettori del Pd. L’adesione a questo albo la immagino aperta, purché vi sia una esplicita “dichiarazione di intenti”.
Lo schema che vede prima lo svolgimento dei congressi locali e solo successivamente quello nazionale, è un’idea che mi convince, perché permette di concentrarsi sui contenuti e solo dopo sulle persone che li interpretano. Questo dibattito – conclude – è tutt’altro che banale: si tratta, per i territori, di riappropriarsi del ruolo forte che devono avere in un periodo storico in cui risultano trascurati e succubi delle scelte romane.