PROTESTA. Iniziativa delle donne del Pd
Sbrollini in piazza Montecitorio: «Premier a casa»
- Giovedì 20 Gennaio 2011 CRONACA, pagina 22 “Il Giornale di Vicenza”

Striscioni e slogan contro il presidente del Consiglio davanti a palazzo Chigi. Ieri le parlamentari del Pd sono scese in piazza a Roma e hanno manifestato chiedendo le dimissioni di Berlusconi a seguito alla ormai nota indagine della magistratura. Tra loro anche la vicentina Daniela sbrollini che racconta: «È una iniziativa che abbiamo organizzato in poche ore – sottolinea -. Durante la nostra protesta, spontaneamente si è creato un altro gruppo di manifestanti. Ma è stato loro impedito l’accesso alla piazza. Una vergogna. Alla fine siamo state noi parlamentari a spostarci, a unirci a loro, continuando con i nostri slogan: “La nostra dignità non è in vendita». E l’onorevole spiega: «Il segnale che sembra arrivare dai presunti comportamenti del presidente del Consiglio è che per le donne ci sia un unico modo per far carriera: essere belle, giovani e disponibili a tutto. È grave che il presidente si ritrovi ad essere ricattabile da queste situazioni. È vero che è tutta una montatura? Allora lo dimostri: l’Italia ne ha bisogno. E c’è bisogno di parlare dei veri problemi del paese e non della fidanzata di Berlusconi. È grave che le donne del Pdl lo difendano. Si è davvero superato ogni limite». Continua. «È preoccupante l’indifferenza del paese, la soglia di tolleranza si è troppo abbassata. È grave che non ci sia spazio nei media per raccontare ciò che oggi, per esempio, si è trattato in Parlamento. Qui c’è chi ha lavorato affrontando temi importanti come la giustizia o il mondo dei disabili».
Di qui l’obiettivo di sbrollini: «Intendo promuovere una discussione a livello territoriale lanciando un appello a tutte le donne per far capire a Berlusconi chi sono le italiane: donne, madri, che fanno il doppio, il triplo lavoro per arrivare a fine mese. Donne che hanno meriti e fanno carriera. Altre che hanno tutte le qualità per farla, ma non trovano lo spazio perché i criteri di selezione al femminile, in Italia, non sono meritori. E questo vale anche per la politica. Va cambiata la legge elettorale».CRI.GIA.