Tenersi l’Irpef?
Una tentazione che fa polemica
Antonio Trentin
Martedì 09 Novembre 2010 REGIONE, pagina 3 “Il Giornale di Vicenza”
«Rispettando la posizione di chi, come il dottor Luciano Vescovi, ha ipotizzato di utilizzare il cosiddetto “sciopero fiscale”, a mio avviso altri sono gli strumenti…». In Regione l’ipotesi “rivoluzionaria” ha preso contorni più legalitari nelle ultime proposte del presidente Luca Zaia. Ma sul caso fatto scoppiare dal vicepresidente di Confindustria Vicenza – in contemporanea con l’identica minaccia rivolta dal segretario veneto della Lega nord Gian Paolo Gobbo al ministro Giulio Tremonti – intervengono ancora i politici. E le voci sono discordi.
FARE COME ALTROVE. La frase prima citata è di Daniela sbrollini, deputata del Partito democratico, che chiama a «fare squadra» amministratori locali e colleghi parlamentari. Per quali obiettivi? Lei lo “sciopero” l’accantona subito e parla solo di concretezze più legali e più immediatamente fattibili: «Sul fronte fiscale vanno ripetuti i provvedimenti del governo per altre aree del paese colpite da calamità: ci vuole a un provvedimento governativo che sospenda le imposte per quelle ditte, aziende, attività e cittadini che sono bloccati a causa dei danni subiti». «Queste attività produttive – prosegue la sbrollini – devono poter sfruttare una sospensione delle imposte che permetta loro di superare questa fase di stop forzato. Non vanno poi dimenticati i lavoratori e le loro famiglie: anche a loro il governo deve dare risposte precise».
SCIOPERO POSSIBILE… Invece per Massimo Calearo, deputato ora nel Gruppo misto, l’ipotesi dello “sciopero delle tasse” è giusta: «Confermo da parte mia, sia come politico sia come imprenditore, le parole del vicepresidente Vescovi sulla necessità da parte di chi ha perso tutto di non pagare le tasse. Questo dovrà avvenire solo nel caso il governo non si attivi in modo adeguato per i tanti cittadini che hanno visto minata la serenità familiare per i danni dell’alluvione».
«Abbiamo sempre dato all’Italia, ora diamo l’opportunità all’Italia di riconoscere la difficoltà in cui il nostro territorio vive, con un gesto concreto di solidarietà» dice Calearo.
…MA È UN REATO. Di “solidarietà di ritorno” parla anche Giuseppe Bortolussi («nel 2008 il Veneto ha dato al paese quesi 5 miliardi di euro, ci sia restituito almeno 1 miliardo per coprire i danni»), ma bocciando la via demagogica del “no tasse”. «Se per caso qualcuno se lo fosse dimenticato – osserva l’ex-candidato presidente del centrosinistra in Regione, segretario degli Artigiani di Mestre – non pagare le tasse è un reato e chi lo compie deve risponderne. Stiano attenti tutti quelli degli slogan barricadieri…». E piuttosto facciano tutti pressione a Roma – leghisti in testa, quelli «che per mesi hanno parlato di “Prima i veneti”» – e, se è il caso, escano dal governo in cui siedono.
LEGHISTI DECISI. Ma proprio i leghisti insistono sullo “sciopero” da minacciare contro il governo Berlusconi-Bossi: «Ciò che non ci sarà dato, ce lo prenderemo» dichiara Federico Caner capogruppo regionale.
«Chiediamo a Roma di mandarci aiuti, altrimenti tratterremo sul territorio le imposte e le tasse che inviamo allo Stato centrale a sostegno perequativo di aree del paese costantemente in emergenza» aggiunge l’eurodeputata Mara Bizzotto.
«Ora l’emergenza è qui – insiste Caner – e oggi come mai ci sia lecito dire “prima il Veneto e i veneti”, prima che la nostra locomotiva economica in ginocchio si fermi del tutto bloccando l’intera Italia»
API E CONFCOMMERCIO. Una preoccupazione che è anche delle categorie economiche. «È assolutamente giustificabile che di fronte alla disgrazia che ha colpito molti nostri concittadini ci sia qualcuno che usi i toni forti, minacciando interventi estremi in caso di insufficiente intervento da parte dello Stato, come lo sciopero fiscale. C’è, infatti, la convinzione, leggendo i giornali nazionali o guardando le maggiori televisioni che non vi sia sufficiente consapevolezza verso questa tragedia, preferendo incentrare l’attenzione su vicende più da rotocalco» commenta il presidente di Apindustria, Filippo De Marchi.
La Confcommercio preferisce la concretezza agli slogan: «Se aspettiamo i soldi da Roma, dovremo attendere mesi, se non anni. Perché invece non si sbloccano, usandoli come garanzia, i 25 milioni che la Regione ha previsto da tempo per le imprese? Potrebbero essere erogati in maniera rapidissima dalle banche attraverso Veneto Sviluppo e i Consorzi fidi in modo da anticipare in parte ciò che lo Stato poi risarcirà». Quanto allo “sciopero fiscale”, « la disobbedienza civile non farebbe che raddoppiare i conti».