I dati resi noti dall’Agenzia Regionale Veneto Lavoro, testimoniano la veridicità degli allarmi che da 2 anni il PD lancia senza purtroppo trovare ascolto nel Governo e nella maggioranza.
Il tetto dei 100 mila posti di lavoro persi, dato purtroppo non definitivo, mette in luce che anche nella nostra regione, quella crisi che si è sottovalutata e mai compresa sino in fondo, ha colpito in modo diretto e forte un territorio che sembrava più preparato e immune.
In questa situazione storica nessuno può pensare di essere autosufficiente; serve un piano globale capace di rimettere in campo una visione economica e sociale del Paese che non è nelle priorità dell’agenda governativa.
Il Parlamento si trova bloccato in discussioni infinite su tematiche lontane dalla gente e dal Paese reale, vedi le intercettazioni, il lavoro non è mai una priorità da calendarizzare in aula e il Paese sembra abbandonato al proprio destino.
Anche quando i provvedimenti potrebbero contenere misure precise per lo sviluppo e per l’occupazione, incredibilmente questi punti mancano negli articolati e nei provvedimenti in discussione.
Il PD con tenacia, prosegue nella presentazione delle sue proposte, lavoro parlamentare reso vano dal continuo ricorso al voto di fiducia, un sistema di gestione del Governo che svilisce il Parlamento e non permette atti migliorativi.
La manovra appena approvata, proprio con voto di fiducia, è un caso eclatante!
Un provvedimento che avrà efficacia ridotta: si dovrà ricorrere ad una nuova manovra in autunno, per poter gestire la fine della cassa integrazione e le ricadute sulla produzione. Non ci sono provvedimenti immediati atti a dare ossigeno al Paese, penso alla modifica del Patto di Stabilità che può dare risorse e liquidità ai Comuni i quali potrebbero così tornare a dare lavoro alle tante piccole aziende del territorio.
Manca una visione di lungo respiro, capace di delineare le scelte strategiche per il Paese.
L’Italia soffre e la Politica si guarda l’ombelico discutendo sull’opportunità o meno che il Presidente della Camera lasci il suo incarico.
Per concludere, dalla Regione e dall’assessore Donazzan mi aspetto un passo più deciso della sua semplice dichiarazione d’intenti. I dati lo testimoniano, il Veneto si trova ufficialmente in difficoltà, e deve riuscire ad ottenere dal Governo un cambio di rotta e un’attenzione particolare. Non può essere sempre colpa d’ignoti! Chi ha responsabilità di Governo, assieme a chi, come il PD, svolge con serietà il ruolo di opposizione, deve lottare e pretendere soluzioni tempestive per una situazione che mette in sofferenza le famiglie venete e italiane.
Egr. On. Sbrollini,
ma da iscritta al partito mi farebbe piacere poter dire cara Daniela,
in questo Suo post parla appunto delle false promesse di questo Governo. Un Governo che non da lavoro ma crea invece del precariato, laddove invece sarebbe necessaria una certezza lavorativa.
Leggo con interesse che Lei è uno dei pochissimi politici, che si è occupato concretamente della questione precari degli uffici immigrazione. Chi le scrive non è una precaria a tempo determinato, ma bensì
un’interinale in “scadenza”. Nonostante il mio contratto sia ormai giunto alla fine ritengo più che giusto che chi ha dedicato tanti anni ad un lavoro come questo, possa contare sulla stabilizzazione.
Io, come altri, dovrò abbandonare, con rammarico, il posto di lavoro che
come ben saprà ci ha permesso di intraprendere questa esperienza; lascio con dispiacere questo compito, non solo
per una questione prettamente remunerativa, ma perchè lavorando con impegno ci
siamo resi conto delle effettive difficoltà in cui versano gli uffici
immigrazione, soprattutto per mancanza di personale (come quello della mia città , che pur
essendo molto grande, non si è vista assegnata neanche i t.d.)
Con questa mia mail, cosciente del fatto che i nostri colleghi a tempo
determinato hanno il diritto di richiedere un giusto riconoscimento, Le
chiedo, se possibile, di tener presente anche la “questione” interinali, che a detta di molti, dai poliziotti ai tempo indeterminato (in alcuni casi dagli stessi t.d.) hanno dato un consistente
supporto/apporto nello svolgimento del lavoro in questi ultimi 6 mesi. Se fosse possibile per lo meno
considerare anche il nostro contributo in previsione delle nuove urgenze, necessità che si verificheranno in questi uffici.
Lei converrà con me che in questi mesi molti di noi hanno raggiunto una
specializzazione in questo ambito che effettivamente sarebbe utile spendere
proprio in questi uffici. Vivo in una regione, e dai dati che Le sto per fornire capirà facilmente quale, in cui si stabilizzano 4.500 precari nonostante vi siano esuberi di personale, si prorogano contratti a 22.500 persone e mi chiedo come sia possibile che invece il Governo abbia serie difficoltà a considerare l’assunzione di 1.300 persone (cnsiderando sia noi interinali che i t.d.), uomini e donne che per prima cosa diventerebbero contribuenti sicuri (non a rischio evasione per intenderci) e che potrebbero finalmente fare progetti per un futuro, parliamo per la maggior parte di uomini e donne che spesso sono già fuori dal mercato lavorativo, perchè non rientrano neppure (vista l’età) nei contratti di apprendistato, che oggi sembrano essere l’unica speranza. Sembrerà o è un piccolo sfogo, ma è diretto ad una persona come Lei che pare ascoltare.
La ringrazio della cortese attenzione, in attesa di un gentile riscontro le
porgo i miei più cordiali saluti
Valentina