Da settimane impazza “l’Orsomania”, il simpatico Dino è entrato nel quotidiano di ognuno di noi. Sulla stampa le notizie si rincorrono, la curiosità di scoprire i suoi spostamenti, le sue nuove apparizioni sono ormai tema fisso nelle discussioni in tutta la Provincia. L’argomento lo si ritrova anche a Roma: in Parlamento, la domanda sull’Orso Dino non manca mai; segno che la curiosità e la notorietà data al territorio Vicentino dalla presenza dell’animale ha superato i nostri confini e si è diffusa in tutta Italia.
Mi rendo perfettamente conto che un animale di queste dimensioni può provocare danni importanti, come purtroppo è già accaduto, e penso che le autorità preposte debbano trovare il modo per risarcire i cittadini che li hanno subiti, come ha già potuto affermare il Ministro Galan.
Accanto a questo non va però sottovalutato che la presenza dell’animale testimonia l’ottimo stato di salute del nostro territorio montano; territorio che non ha nulla da invidiare alle montagne vicine.
Segnale che può aiutare il settore turistico ed essere maggiormente ricettivo e volano per l’intera economia provinciale e veneta.
Considero, quindi, necessario mettere in atto tutte le soluzioni utili a garantire la permanenza dell’Orso nelle nostre montagne, monitorandone continuamente gli spostamenti e assicurandosi che non possa recar danno a Persone o ad allevamenti. Dobbiamo saper sfruttare con intelligenza ciò che la natura ci offre vedendone e valorizzandone il lato positivo. Abbiamo tutte le capacità per rassicurare i cittadini e per mantenere l’Orso nel luogo che ha deciso di “abitare”.
Penso sia corretta la proposta già emersa nei giorni scorsi, e accolta con favore da più esponenti del territorio, di adottare l’Orso Dino ponendolo nelle condizioni di tutela e sicurezza sua e dell’intero territorio. Mi dichiaro quindi contraria alla cattura dell’animale per un suo spostamento forzato in altri luoghi o peggio fuori dal nostro Paese.
Valorizziamone la presenza, difendiamo i cittadini e conviviamo con una natura che, come in questo caso, torna a mostrare un lato normale che abbiamo purtroppo smesso di guardare da troppo tempo.
Daniela Sbrollini