Nasce il baby pronto soccorso.

Sabato 03 Luglio 2010 cronaca, pagina 21 giornale di Vicenza

SANITÀ. Ieri al San Bortolo il taglio del nastro del reparto pediatrico e dell’auto medica da affiancare alle ambulanze

Franco Pepe
Nuova struttura più funzionale Vicenza è seconda nel Veneto con 16 mila pazienti visitati e 24 mila prestazioni in 12 mesi
Taglio del nastro per il pronto soccorso pediatrico, che per la verità già funziona da qualche mese, battesimo della nuova auto medica incartata come un cioccolatino, ma anche la prima volta al S. Bortolo dell’assessore regionale Luca Coletto, aplomb inglese, fazzoletto verde padano al taschino, ma pure, impavido, la cravatta regimental sotto la calura dei 40 gradi umidi che Vicenza gli regala, e poi tanta gente, primari in massa, una folta rappresentanza di politici e vip, l’europarlamentare Bizzotto, l’on. sbrollini, l’assessore provinciale Stevan con fascia azzurra a tracolla, il collega del Comune Cangini con fascia tricolore, i consiglieri regionali Finco e Fracasso, e più di qualche sindaco. Ci sono due presidenti di conferenza, Cavinato e Toldo. C’è Andrea Camporese, presidente della Città della Speranza che per il pronto soccorso pediatrico del S. Bortolo ha speso qualcosa come mezzo milione di euro.
Ci sono due farmacisti big, il presidente dell’ordine Traballi e il capo del sindacato Fontanesi, e la Benetti per l’ordine dei medici. E c’è Igino Fanton, il presidente della ricostruzione dell’ospedale dei tempi moderni che non perde mai nessuno di questi appuntamenti per tornare a rivedere la sua amata creatura. Poi tanti discorsi. L’aria è di festa.
E il dg Toni Alessandri in queste occasioni si veste da protagonista, diventa ancora più loquace e frizzante, spiega, presenta, conduce. I ringraziamenti si sprecano. Come nelle 50 e passa inaugurazioni che ha gestito da quando nel 2003 ha fatto ingresso a Vicenza, e di cui conserva gelosamente foto e striscioline tricolori su un parete dello studio. Del resto il doppio taglio del nastro si presta. Alessandri elenca i numeri dell’Ulss: 39 Comuni, 1000 posti-letto, 24 mila interventi chirurgici, 43 mila ricoveri (il 19% in meno in un anno, un primato italiano), costi di produzione di 670 milioni di euro, un disavanzo (strutturale) di 35 milioni, 3 mila 800 dipendenti, 220 medici di base, 41 pediatri, 79 farmacie, 60 camici bianchi della guardia medica.
«Questa è un Ulss mista ospedale-territorio, in 8 anni la qualità è cresciuta, il merito è degli operatori, c’è sinergia, amore per l’ammalato, e ora, dopo l’umanizzazione, puntiamo alla sicurezza del paziente». Numeri anche per il pronto soccorso pediatrico, il secondo del Veneto dopo Padova: 16 mila bambini visitati e 24 mila prestazioni in 12 mesi. Accanto alle cifre anche i nomi di coloro che hanno reso possibile la realizzazione di una struttura bellissima, dopo che a lungo ci si è dovuti arrangiare in due stanzette con la gente in attesa seduta sul pavimento davanti a un ascensore: la Città della Speranza di Padova, appunto, che con un maestro di oncoematologia pediatrica come Paolo Colleselli ha voluto una propria “succursale” a Vicenza investendo parecchi quattrini, e la generosa Esterina Maistrello alla quale si deve l’acquisto degli arredi nel ricordo del figlio scomparso. Nomi di benefattori anche per l’auto medica, una station wagon attrezzata per il soccorso avanzato di bambini e adulti, che consente di potenziare il lavoro delle ambulanze e di inviare sul luogo dell’intervento personale di appoggio, con spostamenti ancora più celeri. E qui Alessandri ringrazia la Fondazione S. Bortolo e i Dottor Clown.

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