LEGGI. Dopo il caso delle presenze per la fiducia al Governo Berlusconi
Mamma Sbrollini sdogana le gravide in Parlamento
L’onorevole del Pd: «Chi era incinta, risultava assente per malattia. Ora la svolta: non facciamo più numero legale»
Giovedì 30 Dicembre 2010 CRONACA, pagina 27 “Il Giornale di Vicenza”
Alcuni giorni fa le onorevoli gravidanze – prese dal punto di vista di quanto incidono nel calcolo delle presenze in Parlamento – erano diventate improvvisamente note, discusse e numericamente importanti nel calcolo della risicata maggioranza berlusconiana alla Camera. Qualche giorno fa l’ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso che le deputate assenti per comprovati motivi di salute legati alla gravidanza non vengano più conteggiate tra i malati (che fanno numero legale in negativo), ma previa certificazione risultino equiparate a chi “non fa numero legale” (chi è in missione per attività parlamentare).
L’argomento riguarda e riguarderà verosimilmente molte poche deputate: le donne davvero non sono molte lì o a Palazzo Madama, e quelle con prospettive di maternità ancora meno, molte meno. «Ma è il principio che conta», ha dichiarato una soddisfatta Daniela sbrollini, deputata del Pd che è la penultima puerpera della Camera, mamma di Davide nato tre mesi fa: «Per la Camera è una svolta culturale» che va verso una «visione più coerente del ruolo della donna nella nostra società».
Il 14 dicembre alla Camera erano tre le deputate col pancione, tra loro una primipara in scadenza, la democratica Federica Mogherini, e un’incinta a rischio serio, la finiana Giulia Bongiorno. Insieme con la terza collega, l’altra finiana Giulia Cosenza, avevano rischiato fino all’ultimo di non esserci. Oltre a far mancare tre voti al fronte No Berlusconi, se assenti la loro “malattia” avrebbe ulteriormente aiutato i conteggi pro-maggioranza (che poi, peraltro, era stata comunque raggiunta dal premier grazie ai transfughi dal centro e dal centrosinistra).
Intervenire e cambiare il regolamento, avevano chiesto deputate di vario schiaramento. «La mia lettera e gli incontri fatti col presidente Fini e con le colleghe dei diversi gruppi non sono stati vani», ha commentato sbrollini, dopo aver appreso la notizia che l’ufficio di presidenza ha accolto all’unanimità la richiesta della democratica Emilia De Biasi per questa «innovazione culturale al regolamento di Montecitorio». La realtà è, ha osservato la deputata vicentina, che «il Parlamento non si è mai confrontato con queste tematiche perché composto per lo più da uomini e con un numero limitatissimo di giovani donne che, legittimamente, possono trovarsi in gravidanza durante la legislatura. Sono felice che questo passo in avanti si sia finalmente realizzato: un’istituzione che dovrebbe tutelare maternità e famiglia arriva in ritardo. Ma mi auguro che questo sia un segnale positivo per prossime politiche attente alle famiglie italiane, troppo spesso presenti nei programmi elettorali e poi grandi assenti nei provvedimenti legislativi». A.T.