La Tav “scippata”, bacchettata ai politici

FERROVIE. Sotto accusa i nostri parlamentari dopo il dirottamento dei finanziamenti del collegamento veloce Verona-Padova verso la linea Lecco-Como a Nord-Ovest

Roberta Bassan
Zuccato: «Intervenga chi è stato investito in modo plebiscitario» Ad ottobre pronto il confronto tra le due ipotesi sul nodo vicentino

Martedì 03 Agosto 2010 CRONACA, pagina 13 “Il Giornale di Vicenza”

I politici non c’erano. E se c’erano dov’erano? Il presidente della Conferenza permanente dei Comuni vicentini interessati dall’attraversamento della Tav Diego Marchioro richiama la politica alle sue responsabilità. Il presidente degli Industriali Roberto Zuccato chiede una reazione forte a politici del Veneto. La notizia è quella del nuovo stop all’Alta Velocità: niente soldi per la progettazione per il tratto che ci attraversa.
L’ultimissima ricognizione della Commissione Trasporti della Camera sul collegamento veloce Verona-Padova parla di «sospensione delle attività inerenti lo sviluppo progettuale e realizzativo dell’opera». Mancano i soldi, calamitati altrove. Non nel Sud del Paese, com’era già accaduto in passato risucchiati dalla Napoli-Bari. Bensì nella porta accanto, a Nord-Ovest, dirottati sulla linea Lecco-Como. «Per il Vicentino è avvilente farci scippare un’altra volta – tuona il coordinatore dei sindaci e primo cittadino di Torri di Quartesolo, Diego Marchioro – vorrei richiamare la politica alla responsabilità su quanto sta accadendo».
LE “COLPE”. Marchioro torna a sette mesi fa, 4 gennaio 2010. A Palazzo Trissino, sede del Comune di Vicenza, un incontro tra tutte le realtà vicentine interessate dalla Tav per trovare una posizione condivisa. Il comunicato stampa uscito per l’occasione dava conto dei partecipanti: i rappresentanti dei Comuni della relativa conferenza permanente dei sindaci promotrice dell’incontro (composta da Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Brendola, Altavilla Vicentina, Vicenza, Torri di Quartesolo, Grumolo delle Abbadesse e Grisignano di Zocco), Provincia, Camera di Commercio, Industriali, Artigiani, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Coldiretti, Cgil, Cisl e Uil. Alla voce politici due nomi: Massimo Calearo e Manuela Dal Lago. «La politica è mancata quasi del tutto», ricorda Marchioro, che si dice del tutto in sintonia con il delegato per le infrastrutture di Confindustria Rodolfo Mariotto sull’incapacità dei politici veneti di fare squadra: «Come Conferenza dei sindaci abbiamo fin da subito proposto come stile di comportamento quello di fare lobby, massa critica. Ma sono mancati i nostri rappresentanti in Parlamento».
REAZIONE. Il presidente di Confindustria Roberto Zuccato chiede a questo punto una reazione decisa e si rivolge ai politici del Veneto: «Mi aspetto dai nostri politici sui quali abbiamo investito in modo plebiscitario un intervento forte». Una sorta di azione di controbilanciamento rispetto a chi ha saputo attirare i finanziamenti a Nord-Ovest e che magari vestono la stessa casacca dei nostri rappresentanti in Regione. Oggi invitati a recuperare il denaro a Nord-Est.
LO STUDIO. Vicenza ci crede all’Alta Velocità e lo ha dimostrato facendo quadrato attorno alla Camera di Commercio, che il mese scorso ha affidato allo studio Idroesse Metropolitane Milanesi l’incarico di mettere a confronto le due ipotesi Tav sul tavolo locale: il tunnel di attraversamento della città deliberato dal Cipe 2006 in due fasi e il percorso parallello all’autostrada, con l’ipotesi di una stazione. L’obiettivo è di arrivare ad un’unica proposta sciogliendo quello che è sempre stato definito il “nodo” Vicenza. Ma ha senso portare avanti uno studio del costo di 35 mila euro più Iva, quando ad oggi non ci sono neppure i soldi per il progetto? «Non c’è alcun motivo per revocarlo», chiarisce il presidente dell’ente camerale Vittorio Mincato. Gli esiti peraltro, ed è una novità, saranno pronti ad ottobre. Parte dello studio, inoltre, è finanziato da Industriali e Commercianti. Emerge la necessità di far trovare Vicenza unita intorno ad un’unica soluzione. «Il Corridoio 5 non può essere interrotto a Vicenza. Se avremo idee chiare e unità – dice Marchioro – saremmo i primi in lista quando si troveranno i soldi». E chiarisce: «Tutto il Vicentino, e non solo i Comuni attraversati, deve interessarsi dell’infrastruttura perché ne va del suo futuro». Poi la bacchettata: «Abbiamo bisogno di rappresentanti nei luoghi e nei tempi giusti».
L’INTERVENTO. L’on. Daniela sbrollini (Pd) interviene di sua iniziativa: «I parlamentari veneti devono imparare a togliersi la casacca d’appartenenza e far fronte comune verso gli interessi del territorio. Il Veneto e la provincia di Vicenza continuano ad essere penalizzati da un Governo nazionale e regionale che nel territorio raccoglie solo i voti per poi dimenticarsi dei cittadini. Vicenza perde anche la Tav, altro che (parafrasando lo spot elettorale del Governatore Zaia, ndr) “prima i veneti”».

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