tratto da il Giornale di Vicenza, sabato 17 novembre 2012 CRONACA, pagina 28
SANITÀ. Acceleratore lineare “Sinergy S” e Iort finanziati grazie a Fondazioni e aiuti esterni
Un´altra giornata da incorniciare per il San Bortolo. L´ospedale ora ha l´acceleratore lineare “Synergy S” e la Iort, la macchina per la radioterapia intraoperatoria, che proiettano Vicenza nell´olimpo italiano delle tecnologie applicate alla sanità pubblica. Ci sono pochi centri, in tutta la penisola, a vantare un corredo del genere, dai due cyber knife a questo acceleratore ultramoderno che rappresenta la massima evoluzione della radioterapia che combatte i tumori.
Vicenza fa scuola. Con un valore in più. Per acquistare queste attrezzature è stato determinante il contributo della Fondazione San Bortolo, della Fondazione Cariverona, della Banca Popolare di Vicenza, delle famiglie Amenduni e Beltrame, di altri benefattori privati. Cresce lo spirito di appartenenza. Per i vicentini ora il San Bortolo è il “loro” ospedale. Prima non era così.
E questo merito – è stato detto ieri nella cerimonia inaugurale nell´atrio del quinto lotto alla presenza dell´assessore regionale alla sanità Luca Coletto e di altre autorità, fra cui l´on. Daniela Sbrollini, l´assessore regionale Elena Donazzan, il prefetto Melchiorre Fallica – che va ascritto al dg Antonio Alessandri. Sua l´idea di creare la Fondazione San Bortolo, una onlus che ha trovato nel presidente Giancarlo Ferretto un imprenditore appassionato e tenace, in grado di tradurre l´intuizione del dg in uno strumento finanziario prezioso a sostegno dell´ospedale.
Da parte del capodipartimento Paolo Morandi e del primario Cristina Baiocchi la presentazione delle due nuove apparecchiature.
La caratteristica principale del “Sinergy S”, costato 3 milioni (2 arrivati dalla Regione e 1 dalla Fondazione Cariverona), è di lanciare una dose più concentrata di radiazioni rispettando i tessuti sani e senza innescare effetti tossici. I raggi riescono a centrare con precisione assoluta anche neoplasie dai volumi molto piccoli annidati in sedi critiche. Per i pazienti tanti benefici rispetto a prima, in un reparto di radioterapia in cui arrivano 1300 nuovi casi all´anno dalla città e da tutta la provincia.
Il primo è che si riducono drasticamente i tempi di trattamento. Si passa da 7-12 minuti a un minuto e mezzo. Diminuisce la dose globale di radiazioni, aumenta la potenza, cresce la sicurezza, la malattia viene controllata di più, e i risultati migliorano.
Ecco poi la Iort, in grado di puntare gli elettroni ad alta energia direttamente in corso di intervento sull´area anatomica appena liberata chirurgicamente dal tumore. Per il momento questa tecnica verrà utilizzata sulla mammella ma in futuro sarà estesa a prostata, pancreas, rene. La previsione è di usarla ogni anno su 150 donne. Solo 20 minuti in più di sala operatoria ma vantaggi straordinari. Non più 25 sedute ma una sola subito senza dover aspettare un mese. In più si snellisce la lista di attesa.
La Iort (costata 680 mila euro, per metà arrivati dalla Fondazione San Bortolo) consentirà di trattare in un anno 80 persone in più e di tagliare di 25 giorni il tempo di attesa degli altri pazienti che devono fare i trattamenti standard. «Così – dice Giancarlo Ferretto – diamo salute all´interno di un grande ospedale», e un impegno – aggiunge l´assessore Giovanni Giuliari – «che coinvolge anche il Comune, che crede nel S. Bortolo».