Di seguito una mia intervista apparsa sul Gazzettino, dove esprimo soddisfazione per l’accordo sulla legge elettorale, la trasformazione del Senato e la modifica del Titolo V (che porteranno un risparmio di 1 miliardo di euro), ma insisto su un punto: Primarie normate e quindi utilizzate da tutti, non solo dal PD.
tratto da Il Gazzettino, edizione Bassano-Vicenza, giovedì 23 gennaio 2014, pag. 8
PARLAMENTARI VICENTINI. “Pacchetto” riforme
Berlato: no ai listini; Sbrollini: soddisfatta
VICENZA – (ro.la.) «Dopo mesi passati a parlare di una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, si materializza il rischio che le forze politiche si limitino a cercare di rattoppare l’esistente», sbotta l’europarlamentare forzista Sergio Berlato. «L’intesa su questo “pacchetto” di riforme, che va dalla legge elettorale alla riforma del titolo V, alla fine del bicameralismo perfetto, rappresenta un passo in avanti straordinario, che arriva dopo anni di parole e zero fatti», scandisce invece la deputata Pd Daniela Sbrollini. Il tema che tiene banco in queste ore è quello della modifica della legge elettorale, che dopo una impasse lunga anni ha subito una accelerazione grazie all’accordo trovato dal leader del Pd Matteo Renzi e da quello di Forza Italia Silvio Berlusconi e che riguarda alcune riforme istituzionali. Tra queste il nuovo sistema di voto. C’è però un punto che sta creando qualche malumore nei partiti, in particolare tra la base dei democratici: nessun ritorno delle preferenze, ma liste corte bloccate. Ed è proprio questa parte che non piace per nulla a Berlato, da sempre sostenitore convinto delle preferenze: «Assieme a molti colleghi di partito e a moltissimi cittadini ci chiediamo perché non si voglia restituire ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, garantendo agli stessi cittadini il diritto di premiare o punire i propri eletti in base alla loro capacità di dimostrarsi all’altezza della fiducia ricevuta». La bocciatura di Berlato è netta: «Qualcuno ancora insiste sulle liste bloccate che, pure se più corte, altro non rappresentano se non elenchi di nominati dalle segreterie di partito, situazione che verrebbe percepita come volontà della casta di salvaguardare i propri privilegi». Diverso il pensiero di Sbrollini. Certo, le preferenze non sarebbe dispiaciute nemmeno a lei. Anzi, a lei forse più che ad altri, visto il boom di consensi che alle scorse primarie per i parlamentari l’hanno portata ad essere la donna più votata del Veneto. Sulle preferenze però c’è stato il “no” secco di Berlusconi e, è il ragionamento di Sbrollini, non si poteva certo far saltare un’intesa omnicomprensiva sulle riforme per questo unico punto di disaccordo. «Renzi e Berlusconi, che si sono incontrati alla luce del sole e questo ci tengo a ribadirlo perché a chi nel mio partito si è indignato per il faccia a faccia vorrei ricordare i tanti tentativi di accordini sottobanco del passato, si sono trovati concordi su un impianto di riforme complessivo. L’unico punto non condiviso era quello delle preferenze. Ci sarebbe stata solo una alternativa: andare allo scontro e rimanere ancora una volta bloccati, nell’impossibilità di fare qualcosa». E invece così «avremmo una legge elettorale che garantirà la governabilità, sancirà la fine delle larghe intese e non consentirà più di avere candidati paracadutati dal nazionale». Di più: «Con la modifica del titolo V e la revisione del Senato ci sarà un miliardo di euro di risparmi». E, chiarisce Sbrollini, la mancanza delle preferenze verrà comunque ovviata: «Con i collegi plurinominali ogni territorio avrà il suo eletto e i candidati verranno individuati attraverso le primarie: io mi batterò perché siano normate e quindi utilizzate non solo da noi, ma da tutti».