Giovedì 15 Luglio 2010 CRONACA, pagina 23 “Il Giornale di Vicenza”
LA VERTENZA. Una delegazione di lavoratori delle basi Usa in Italia ha incontrato l’on. sbrollini, che ha riferito in aula
Frizzo (Uil): «Il governo chiederà agli americani di salvare i patti»
Un sit-in davanti alla EderleIl caso Ederle sbarca in parlamento. La protesta che sta coinvolgendo i 700 lavoratori italiani della base Usa vicentina ha vissuto ieri una tappa cruciale. Al termine di un domino di scioperi e sit-in che ha investito le caserme statunitensi in Italia, scaturito dall’annuncio del taglio di 92 posti di lavoro a Sigonella, una delegazione vicentina ha incontrato ieri l’on. Daniela sbrollini, deputata del Partito democratico.
«I lavoratori – si legge in un comunicato diramato dalla parlamentare – manifestavano, davanti a Montecitorio, per le loro attuali situazioni lavorative. Si trovano infatti demansionati e i potenziali nuovi assunti al Dal Molin rischiano di essere tutti americani. Questa situazione, non accettabile, è stata al centro della discussione intercorsa tra la deputata vicentina del Pd e i lavoratori, che erano nella capitale proprio per poter incontrare l’ambasciata americana e il governo nella figura del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta».
Appresa la notizia che gli incontri programmati non si sarebbero svolti, l’on. sbrollini è rientrata in aula alla Camera e ha chiesto la parola per riportare all’assemblea di Montecitorio la notizia sollecitando il governo a ricevere la delegazione e ascoltare le ragioni dei lavoratori.
Soddisfatti i promotori della missione capitolina. «Torniamo da Roma con la consapevolezza di una grande apertura da parte del Governo italiano, purtroppo non possiamo dire altrettanto di quello americano». Roberto Frizzo, sindacalista della Uil che sta seguendo le vicende dei lavoratori italiani nella base americana di Vicenza ieri era a Roma con un migliaio di altri dipendenti provenienti dalle basi di Sigonella, Bagnoli, Livorno e Aviano. Molti i temi sui quali discutere. «E ieri dal sottosegretario di Gianni Letta abbiamo ottenuto qualche apertura – sostiene Frizzo – in sostanza il Governo chiederà ai vertici americani che vengano rispettati gli accordi che valevano da anni. Non si dovrebbe porre il problema della sicurezza nel momento in cui qualche dipendente raggiunge posti apicali e gli americani vorrebbero sostituirlo con uno di loro. Questo non è previsto, non è mai accaduto prima per cui se si rispettano gli accordi precedenti, la questione dovrebbe decadere sulla base di quanto ci ha detto il sottosegretario».
Il condizionale resta d’obbligo: «Certo, fintantoché non abbiamo la sicurezza che tutto avvenga nelle sedi deputate rimaniamo in attesa. Di sicuro abbiamo riscontrato molta più apertura da parte del nostro Governo rispetto a quello statunitense. Una delegazione, infatti, ieri ha raggiunto l’ambasciata in via Veneto, ma è stata ricevuta solo dal responsabile della sicurezza e questo la dice lunga sulla considerazione che hanno nei nostri confronti».