Primo passo per prevenzione e protezione donne. Stanziati 20 mln di euro in aiuto a enti locali e centri antiviolenza
Quello di ieri è un passo avanti nelle politiche di contrasto alla violenza, ottenuto grazie al lavoro sinergico di tutto il gruppo e di tutte le donne del Partito Democratico. L’approvazione alla Camera del decreto contro la violenza sulle donne rafforza anche la recente legge della Regione Veneto. Le risorse economiche che il decreto mette a disposizione degli enti locali, saranno validi strumenti per chi opera ogni giorno in questo campo. Penso al nostro centro antiviolenza di via Torino e all’assessorato di Isabella Sala. Se la politica è giunta ad avere questa attenzione e questa consapevolezza è proprio grazie al lavoro che parte dai territori, dalle associazioni, dagli enti locali, dalle forze dell’ordine e dagli avvocati, tutti attori con cui abbiamo collaborato in sede di Commissione per offrire una legge adeguata.
Siamo riusciti a migliorare di molto il testo originario del governo, che ha assorbito molti dei miei emendamenti e di quelli del gruppo: penso all’aggravante in caso di violenza assistita e violenza subita da un minore – perché sappiamo che un minore che assiste a violenza ha buone probabilità di diventare lui stesso un uomo violento -, penso all’aggravante in caso di donne in gravidanza, all’allontanamento d’urgenza del carnefice dalla casa familiare, al patrocinio gratuito. Abbiamo trovato un ottimo compromesso sulle querele, ora revocabili in sede processuale, ma irrevocabili per i casi più gravi. Tuttavia, sappiamo che le donne denunciano se c’è una rete che, in seguito alla denuncia, si attiva in un percorso di sostegno. Ecco quindi che arriviamo al cuore del decreto, l’articolo 5, che prevede, per la prima volta in Italia, un vero Piano nazionale antiviolenza, finanziato con 20 milioni di euro, che prevede azioni di prevenzione per gli studenti e di formazione per gli insegnanti, gli operatori sociosanitari e le forze dell’ordine. Con questo fondo daremo un valido sostegno ai centri antiviolenza e alle case rifugio, di cui riconosciamo il ruolo fondamentale di accoglienza e di prevenzione e cultura.
Questa non è la legge organica che volevamo, ma rispetto a quel nulla che caratterizzava la materia fino a ieri, sia in termini di risorse che in termini legislativi, possiamo dire di aver fatto un primo ed essenziale passo di un percorso che dovrà continuare a puntare alla prevenzione e alla protezione. Il Dl è ora al Senato, che ha tempo fino a martedì 15 per esaminarlo e convertirlo. La speranza è che a Palazzo Madama ce la facciano nonostante i tempi stretti. Se si lasciasse scadere, sarebbe un fatto gravissimo.