VENETO: IL DOPO-ELEZIONI.
Zaia e Zorzato difendono l’alleanza che guida la Regione, dibattito aperto tra Udc, Pd e Idv
Il capogruppo: «Il partito deve regionalizzarsi e prescindere da logiche nazionali»
Mercoledì 01 Giugno 2011 REGIONE, pagina 9 “Il Giornale di Vicenza”
VENEZIA
Cosa cambierà dopo la stangata del voto amministrativo? L’alleanza Pdl-Lega ha tenuto in Veneto, perdendo qualche battaglia dove giocava “in casa” (Chioggia, Cavarzere) ma vincendone altre dove si trovava in trasferta (Rovigo, Montebelluna), e semmai i veri problemi sono quelli del vento di Milano e di Venezia. In Regione, peraltro, i “capi” dell’alleanza non ne fanno un dramma. Il governatore Luca Zaia (Lega) sottolinea che il segnale degli elettori c’è stato, che quando si governa si paga sempre qualcosa in voti e che ora «si deve riprendere con forza l’azione amministrativa e di governo», portando soprattutto a casa le attese riforme «per l’autonomia». Il vicegovernatore Marino Zorzato (Pdl) fa i conti e sottolinea: «In Veneto governiamo sei Province su sette, e e adesso quattro città capoluogo su sette. Abbiamo vinto al primo turno Treviso e al ballottaggio Rovigo: chi può dire che siamo andati male con numeri del genere? Piuttosto – spara verso sinistra – noi dovunque vinciamo con la stessa squadra, omogenea, di Pdl e Lega. Il Pd vince da una parte con la sinistra, dall’altra con l’Udc». Come dire: la confusione semmai è altrove, altro che “esperimenti politici”.
IDV: NO ALL’UDC. E in effetti Gennaro Marotta, segretario regionale dell’Idv, stoppa gli entusiasmi del Pd per la vincente alleanza con l’Udc a Chioggia: il vero laboratorio politico vincente, sostiene, è stata la vittoria a Napoli con De Magistris. Anche a Rovigo, sostiene, il centro-sinistra avrebbe vinto con un accordo tra tutti dal primo turno. Ma ad esempio Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, ammonisce: «Se il Pd pensa di fare un nuovo Ulivo… auguri», perché «non vinceranno da qui all’eternità».
PD: «METODO PRIMARIE». In casa Pd l’on. Daniela sbrollini saluta con soddisfazione «il vento del cambiamento» e avverte: «Sta a noi mantenere viva questa apertura di fiducia che il corpo elettorale sembra nuovamente disposto a dare al Pd e al centrosinistra. Abbiamo capito che servono candidature forti radicate e riconosciute. Il metodo delle primarie, se visto come strumento in positivo e non come metodo per regolare scontri interni, è una risorsa straordinaria che rende le candidature più radicate e autorevoli».
UDC: «VINCONO I MODERATI». In casa Udc il coordinatore veneto on. Antonio De Poli, sulla base della felice alleanza di Chioggia, sottolinea: «I moderati, sia a livello nazionale che locale, si stanno rivelando sempre più decisivi e saranno sempre di più l’ago della bilancia nel Paese. La nostra priorità, come a Chioggia, è dar vita ad alleanze per un buon governo delle città. La forza dei moderati è in crescita e lo dimostrano i risultati di Oderzo, dove si è registrata la vittoria di Dalla Libera, il candidato sindaco di area centrista. Gli elettori si stanno sempre più rendendo conto che la Lega fa solo promesse fasulle che poi, però, non riesce a mantenere».
PDL: IL BOTTO DI BOND. Ma a lanciare un vero botto “secessionista” in casa Pdl è il capogruppo in Consiglio regionale Dario Bond. «Il Pdl ha tenuto in tutto il Veneto. In particolare i risultati di Montebelluna, Rovigo e Adria (e fa i complimenti ai vertici Pdl rodigini) dimostrano che abbiamo lavorato bene e che non si può prescindere dalle esigenze e dalle problematiche del territorio. Questi risultati – afferma in una nota – ci dicono che dobbiamo puntare alla regionalizzazione del partito. Un partito che deve poter prescindere dalle logiche nazionali». Bond altro non aggiunge. Ma anche se lui non l’ha pensato, viene in mente per forza quel progetto “Forza Veneto” che tiene in serbo (ne è il padre anche “legale”) il ministro Giancarlo Galan.P.E.