Il dibattito sulla scuola diventa di giorno in giorno un tema di contrapposizione politica che rischia strumentalizzazioni e distorsioni. In un clima come questo, creato ad arte, ogni dichiarazione rischia di essere bollata come “di parte” e utile ad un semplice ritorno politico. Questo non è il mio stile, per questo vorrei lanciare un appello sereno ma fermo. Il PD da mesi dichiara che la “riforma Gelmini” (denominazione su cui si può discutere) altro non è che un insieme ti tagli che vanno a colpire la scuola pubblica e il servizio formativo dell’intero Paese. In un momento di crisi, l’intera Europa punta e investe su formazione sull’università e sulla ricerca; in Italia la Destra al Governo riesce in un miracolo: aumenta la spesa pubblica e contemporaneamente diminuiscono gli investimenti per scuola e sanità.
Il disegno sembra essere l’affossamento della scuola pubblica; atteggiamento politico che diventa evidente nelle ultime dichiarazioni del Ministro Gelmini ( che ricordo essere nominato Ministro dell’Istruzione Università e Ricerca, e non della Pubblica Istruzione) .
Il Ministro infatti senza nessun tipo di sensibilità umana scarica gli insegnanti precari come se fossero un’anomalia del sistema; sistema che con dedizione ed impegno hanno garantito e sostenuto.
Sono consapevole che una razionalizzazione nel mondo della scuola diventa necessaria, ma le modalità e i criteri corretti con cui si deve agire e interviene non possono essere quelli messi in essere dal Governo.
I tagli quindi colpiranno il corpo docente, il personale ATA e gli studenti con le loro famiglie.
Proprio a queste categorie mi voglio rivolgere perché la disputa politica rischia di porre in secondo piano i veri problemi della scuola.
Come PD abbiamo tentato in Parlamento di apportare modifiche e migliorie al testo, ma purtroppo la maggioranza si è dimostrata sorda e incapace di accogliere suggerimenti. Chiedo a chi la scuola la vive quotidianamente e direttamente di farsi portavoce dei reali risultati dei provvedimenti governativi; siate megafono dei concreti cambiamenti che le scuole e gli enti locali saranno costretti ad attuare: aumento rette delle mense, taglio dei progetti, taglio del tempo pieno, aumenti degli studenti per classe ecc…
Alla vigilia dell’apertura del nuovo anno i nodi saranno evidenti e i fatti saranno giudicati, ma purtroppo a mio avviso questa diventa una magra consolazione.
On. Daniela Sbrollini