«Giudice di pace. Il Governo fermi il taglio delle sedi»

GIUSTIZIA. La deputata interroga il ministro
Sbrollini (Pd): «La chiusura degli uffici periferici intasa il tribunale e dà una mazzata all´economia»

Domenica 15 aprile 2012 CRONACA, pagina 22 “Il Giornale di Vicenza”

«No alla soppressione degli uffici del giudice di pace di Arzignano, Lonigo, Schio, Thiene e Valdagno». È quanto afferma Daniela sbrollini, deputata del Partito democratico, che ha presentato un´interrogazione al ministro della Giustizia alla luce delle intenzioni manifestate dal Governo
sbrollini richiama «lo schema di decreto legislativo di soppressione degli uffici del giudice di pace che, per il Vicentino, prevede la cancellazione delle cinque sedi periferiche con inevitabili ricadute negative in termini di efficienza sul tribunale di Vicenza». Questa scelta, «motivata da ragioni di natura esclusivamente finanziaria, non è in linea con l´affermata volontà di operare per la crescita economica del Paese, in quanto proprio il malfunzionamento degli uffici giudiziari costituisce un elemento di freno, perché allontana sempre più i cittadini dalle istituzioni e dal progetto di «prossimità della giustizia». Inoltre, ricorda la deputata vicentina, «crea problemi per gli investimenti sia italiani che esteri».
sbrollini ricorda che «il provvedimento del Governo prevede la possibilità di mantenere in vita gli uffici del giudice di pace a condizione che i comuni si facciano carico delle spese di funzionamento e di personale». Tutto ciò in una fase in cui i Comuni sono colpiti da «pesanti tagli ai trasferimenti statali e daaltre limitazioni»
Alla luce di queste considerazioni, la deputata invita il Governo «a rivedere le decisioni assunte relative alla soppressione degli uffici». Nel caso la decisione fosse confermata, chiede al Governo «se non si ritenga necessaria una redistribuzione del personale impiegato in questi uffici, per un aumento d´organico degli addetti nei tribunali, così da aumentarne l´efficienza e sopperire alle carenze delle attuali risorse umane nettamente sottodimensionate rispetto alle esigenze del territorio».

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